Borse, investire nei Paesi emergenti europei resta rischioso

II consigli del gruppo M&G: meglio puntare sui gruppi occidentali che beneficiano della crescita della domanda di quelle aree o che possono delocalizzare

Le Borse internazionali stanno recuperando terreno ma investire direttamente nei Paesi emergenti europei resta troppo rischioso nel breve termine. Meglio, quindi, continuare a puntare sulle società occidentali che si avvantaggiano della crescente domanda proveniente da quelle aree o che sono in grado di ridurre i costi di gestione dislocando le proprie attività.
Questo perlomeno è il consiglio di M&G, il gruppo di risparmio gestito che ha lanciato il primo fondo comune d'investimento europeo nel Regno Unito nel 1931, nonostante sul lungo termine le previsioni per i paesi emergenti europei siano positive. Più in particolare Giles Worthington, che gestisce il fondo M&G Pan European (267milioni di euro il patrimonio gestito), ha evitato gli Stati baltici - il cui quadro economico è molto difficile - e le banche svedesi esposte in questa regione. L'esperto di M&G sta, invece, selezionando delle opportunità di investimento in Grecia.

«Prima della crisi economica - ricorda Giles Worthington - gli Stati baltici hanno attraversato una fase di rapido sviluppo, stimolata da un'eccezionale crescita del credito, bassi tassi d'interesse e una forte espansione del commercio internazionale. Ora, i mercati immobiliari sono collassati, il pil si è contratto brutalmente e si prevede che quest'anno l'economia della sola Lettonia subirà una contrazione del 18 per cento».

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