Economia

Borse, è tracollo: in fumo 450 miliardi Berlusconi e Sarkozy: governi in campo

Dopo il tonfo dei listini asiatici, precipitano i mercati Ue. Gli investitori temono che il piano di salvataggio Usa e la manovra della Merkel siano insufficienti. Piazza Affari cede l'8,24%, Parigi il 9,04%, Londra il 7,85% e Francoforte il 7,07%: è la peggior seduta dal 1987. Avvio in profondo rosso anche per Wall Street: Dow Jones ai minimi dal 2004. Dichiarazione congiunta dei 27 Paesi Ue: "Necessario garantire la stabilità dei mercati". L'allarme di Profumo: "E' una crisi senza precedenti"

Borse, è tracollo: in fumo 450 miliardi 
Berlusconi e Sarkozy: governi in campo

Milano - E arrivò anche l'11 settembre delle Borse mondiali. L’approvazione del piano Paulson da parte del congresso Usa non rassicura gli investitori. E i timori per il settore bancario europeo spingono giù i titoli del comparto creditizio, affondando i listini internazionali. Il "lunedi nero" porta con sé 444 miliardi di euro. A tanto ammonta la capitalizzazione di Borsa bruciata oggi sui listini. L’indice Dj Stoxx 600, che alla vigilia capitalizzava 6.140 miliardi di euro, ha infatti perso oggi il 7,23%, portandosi ai minimi dal novembre 2004 e registrando il calo più consistente in una singola seduta dallo storico "lunedi nero" del 1987. Mentre a New York il Dow Jones cede il 5% e il Nasdaq arretra del 6%, le Borse europee proseguono nel loro tracollo trainato dalla crisi dei mutui subprime che, dagli Usa, si è spostata nel Vecchio Continente. Il ribasso in Europa è il peggiore dal 19 ottobre 1987, ricordato come il lunedì nero, quando l’indice Dow Jones di Wall Street perse in una sola seduta oltre 20 punti percentuali. Ormai la discesa dei listini è generalizzata e non risparmia nessun comparto: si vende tutto, convinti che la discesa dei titoli proseguirà ancora, alla ricerca di liquidità.

Borse mondiali a picco Proseguono sui minimi di seduta le principali Borse europee dopo l’apertura in calo di Wall Street e in scia ai timori che il piano di salvataggio del sistema finanziario americano possa non essere sufficiente a evitare una recessione globale e ripristinare la fiducia sui mercati. La Borsa di Parigi ha terminato la seduta in un forte calo con l’indice Cac 40 in ribasso del 9,04%. Si tratta della maggiore perdita, in una sola seduta, registrata dal 1988, dal debutto cioè del Cac 40. A Francoforte il Dax ha perso il 7,07%, a Londra la Borsa ha chiuso in ribasso del 7,85%. Fra i settori crollano banche, assicurazioni e servizi finanziari, seguiti da minerari ed energetici con il petrolio che è sceso sotto i 90 dollari. La Borsa russa è stata costretta a sospendere le contrattazioni per un’ora che dopo che l’indice Micex aveva registrato un crollo del 15,5%. La preoccupazione per la tenuta del sistema bancario europeo ha spinto giù le quotazioni della moneta unica, che ha toccato un minimo di tre mesi sul biglietto verde, a quota 1,3595 dollari, e il livello più basso di due anni e mezzo sullo yen, a 139,96. In netto calo anche le quotazioni del petrolio. La crisi fa temere un arretramento della domanda globale, e il light crude è sceso sotto la soglia dei 90 dollari, toccando un minimo di 89,97 dollari al barile.

Il tonfo di piazza Affari Affonda Piazza Affari in scia alle Borse europee. Il Mibtel, dopo aver perso anche il 9%, chiude in calo dell’8,24%. Gelata sul S&P/Mib dove 17 titoli sono costretti a uno stop per eccesso di ribasso. Ferma Intesa Sanpaolo mentre Unicredit cede il 9,67%; fermate anche Banco Popolare, Bpm ed Eni. Piazza Affari chiude con un ribasso record una seduta drammatica, subito partita in calo come nelle altre piazze internazionali che non hanno ritenuto sufficienti gli interventi annunciati a livello internazionale per far fronte alla bufera finanziaria che sta travolgendo i mercati di tutto il mondo. Gli indici di piazza Affari hanno registrato ribassi superiori a quelli storici dell’11 settembre 2001, il giorno dell’attentato alle Torri Gemelle di New York. Il Mibtel perde infatti l’8,24% a 17.976, ma il minimo toccato nelle fasi precedenti la chiusura era addirittura a 17.833. Elevati ma non stratosferici i volumi dell’attivita, pari a un controvalore di poco superiore ai 4,2 miliardi di euro. Colpiti dalle vendite tutti i settori del listino, ma soprattutto bancari, assicurativi ed energetici.

Apertura in rosso anche a New York Wall Street si unisce alla catena di perdite riportate dalle borse di tutto il mondo, e l’indice Dow Jones scende sotto i 10mila punti per la prima volta dal 29 ottobre 2004. Trascorsa meno di un’ora dall’inizio della giornata di contrattazioni il Dow Jones perde 335,07 punti (-3,25%) a quota 9.988,25 punti. In deciso calo alla Borsa di New York anche lo S&P 500 che perde il 4,07%, a 1.054,48 punti, e il Nasdaq composite che segna -4,31% a 1.863,41 punti.

Tassi Euribor alle stelle I tassi Euribor per il prestito interbancario scalano anche oggi nuovi massimi con il persistere dei timori e della sfiducia legata alla crisi finanziaria globale. Al fixing londinese oggi il tre mesi, che scavalca la fine dell’anno, è salito al 5,345% rispetto al 5,339% di venerdì. Si tratta del livello più alto dalla fine del 1994. L’Euribor ad una settimana ha toccato un nuovo massimo di sette anni al 4,885% dal 4,868%. In rialzo anche il sei mesi a 5,419% dal 5,415% che resta tuttavia sotto il picco di 14 anni di 5,421% raggiunto giovedì scorso.

In rosso Hong Kong e Shanghai Le borse asiatiche hanno chiuso in profondo rosso, con il Nikkei di Tokyo che ha registrato un calo del 4,25%, scendendo ai minimi di quattro anni e mezzo. Perdite oltre il 4% anche a Taipei, Seul e Hong Kong. Chiusura in forte calo per Hong Kong che ha terminato la seduta con una flessione del 4,97% a 16.803 penalizzata come tutte le principali Borse mondiali dai timori che il piano di salvataggio Usa possa non essere sufficiente a riportare fiducia sui mercati. Male anche l’indice di Shanghai che ha terminato in calo del 3,5%. A guidare i ribassi il comparto finanziario con China Construction Bank che ha ceduto il 7,3%, Icbc il 5,7%, China Merchants Bank l’8,2%.

Male anche i titoli energetici sulle preoccupazioni che la crisi finanziari possa tradursi in una recessione globale.

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