Bossi: «Io in tv per convincere gli indecisi»

da Roma

Palchi, comizi organizzati, comizi improvvisati, inaugurazioni di strade. Una delle sorprese di questa campagna elettorale è il ritorno di Umberto Bossi nelle piazze e presto sugli schermi. Ritorno dirompente: «È in grande forma, ha preso il ritmo del vecchio Bossi», racconta l’onorevole Giancarlo Giorgetti, il più fedele collaboratore, ancora con il fiatone per tenergli dietro: «Ha appena messo su un comizio a Luino, trova tanta gente che gli fa festa». E non lo si ferma più. Ieri, per esempio, Bossi ha annunciato (da Locarno) la rentrée televisiva: «Ci andrò anch’io in tv, possibilmente dal buon Vespone». Perché di confronti in video c’è bisogno negli ultimi giorni «per convincere gli indecisi». E se non ci vanno gli alleati, allora ci penserà lui, l’autocandidato probabile ministro delle Riforme che, come primo impegno, ha intenzione di «rifare la Bossi-Fini dopo che me l’hanno sabotata»: lo ripeterà dalla trasmissione che tante volte l’ha visto ospite prima della lunga pausa dalla politica attiva.
E così in 24 ore Bossi è passato da Domodossola a Locarno, dove si è messo in prima linea per la campagna elettorale del voto estero, davanti a circa duecento persone: la Lega correrà insieme al Pdl, unico simbolo. Ma proprio con gli alleati ieri il Carroccio ha dissentito su un punto: il voto agli immigrati annunciato da Berlusconi non piace ai leghisti: «Abbiamo fatto un patto sul contenuto del programma e di stramberie come queste non c’è traccia», ha precisato Roberto Calderoli. Costituzione e legge sulla cittadinanza «vanno benissimo come sono».
Oggi aspettano Bossi a Boffalora sopra Ticino, poi a Piacenza, e infine a Reggio Emilia. L’invito a Locarno è arrivato da un’altra lega, quella dei Ticinesi, partito che già aveva ispirato a Bossi i manifesti sugli indiani d’America e l’immigrazione. Una piccola contestazione di una quindicina di ragazzi si è conclusa con un lancio di due uova sul pubblico. La pasionaria Rosi Mauro, dal palco li ha freddati: «Non saranno due uova a fermare la matita in campagna elettorale». Poi ci ha pensato il capo a conquistare gli svizzeri: «Questo è il momento delle Leghe. È il momento di difendere la propria identità e la propria terra».
Nel cuore c’è sempre Malpensa: Berlusconi non investe direttamente in Alitalia «perché la sinistra direbbe che lui se ne vuole impadronire», lo ha difeso il ritrovato leader del Carroccio.

Ma soltanto Berlusconi può «fare il miracolo: far partecipare alla cordata per Alitalia gli imprenditori, che hanno la caratteristica di essere in prima fila se c’è da guadagnare, ma tagliano la corda se c’è il rischio di perdere».

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