«Bossi si fermi sui ministeri o addio intesa»

RomaSindaco Alemanno, lo scontro nella maggioranza sui ministeri a Nord non si placa. Ne uscirete?
«Spostare i ministeri da Roma sarebbe una scelta inaccettabile, e io non la avallerò: Roma è la capitale d’Italia e deve mantenere il ruolo di sede del governo, previsto dalla Costituzione. Del resto in nessun paese, neanche il più federalista, si è mai visto un esempio di capitale “reticolare” diffusa sul territorio. E poi tutto questo non faceva parte del programma elettorale, se la Lega insiste salta ogni intesa. Sono altri gli impegni riformatori che si erano presi: ridurre i ministeri e i loro costi, altro che spostarli in giro».
Ma a Milano il centrodestra è alle prese con una difficile campagna elettorale. Queste promesse non sono utili per vincere?
«Non credo sia quello che si aspettano i milanesi, sinceramente».
Tre anni fa a Roma lei fu protagonista di una rimonta inaspettata: la vede possibile oggi per Letizia Moratti?
«Possibile eccome. Ma solo se si riesce a mandare ai milanesi un messaggio chiaro: tra centrosinistra e centrodestra c’è una differenza di fondo nella gestione dei problemi delle città. Rutelli ha perso quando i romani si sono resi conto che su emergenze come sicurezza, immigrazione, campi nomadi la sinistra, per la sua tara ideologica buonista, non riusciva a dare risposte».
E questo può valere anche per Pisapia?
«Certo: la sinistra che lui rappresenta, per esempio, non è in grado di gestire un evento come l’Expo, di amministrare una grande metropoli economica europea. È questo il messaggio che bisogna far arrivare ai cittadini, saltando la mediazione dei giornali e lavorando sul territorio e sui blog, sulla rete, sui grandi social network».
Se lei fosse lo spin doctor della Moratti cosa le consiglierebbe?
«Di concentrarsi su quattro o cinque parole d’ordine chiare: cose concrete che il centrodestra può fare per Milano, e la sinistra no. E poi portarle sul territorio, attraverso canali non mediati: come la rete, appunto».
La raffica di promesse di questi giorni funzionano per farsi votare?
«La sanatoria delle multe la abbiamo fatta anche a Roma e ha funzionato; quanto all’Ecopass ho sempre pensato che non dovesse essere pagato dai residenti, quindi ben venga la sospensione. In ogni caso si tratta di promesse concrete fattibili. Ma non si vince solo su questo terreno».
E su quale, allora?
«Sulle grandi scelte: sicurezza, governo dei flussi migratori, politiche imprenditoriali. Più si è concreti, nel differenziarsi dalla sinistra, più si è credibili».
Che errori pensa siano stati commessi, in questa campagna elettorale da parte del centrodestra?
«Quello di portare lo scontro ideologico su temi lontani dai cittadini. La giustizia o il ruolo dei magistrati sono questioni di grande importanza, ma non hanno nulla a che fare con il governo delle città».
Intanto dai toni aggressivi a Milano si è passati alle mani...
«Non credo sia stato il centrodestra ad alzare i toni: la sinistra sta avvelenando a tutti i livelli lo scontro politico, i toni forti contro Berlusconi sono all’ordine del giorno. In queste condizioni è inevitabile che alla lunga dalle invettive qualche scellerato passi alle botte».
Se il centrodestra perdesse Milano e Napoli quali sarebbero le ripercussioni nazionali?
«Che si vinca o si perda, è in ogni caso necessaria una grande riflessione. Se persino a Milano e Napoli, che è l’esempio peggiore di governo del centrosinistra, ci sono questi problemi vuol dire che è urgente una correzione di rotta. C’è bisogno di una svolta, subito, e di fare in tempi rapidi i congressi del Pdl».
E che si risolve coi congressi?
«Le difficoltà di queste elezioni amministrative dimostrano che c’è un deficit di leadership locali credibili. Bisogna crearle, e saperle coadiuvare dal centro».
Per questo lei nel Lazio appoggia i candidati della Polverini contro quelli del Pdl?
«Non ingigantiamo la questione, si tratta di un paio di comuni, Terracina e Sora.

Io a Terracina mi sono schierato col candidato migliore, e non con quello imposto unilateralmente dal Pdl locale. Chiaro che non si tratta di una cosa normale, che c’è un vulnus che andrà sanato. Per questo è necessario un chiarimento nel partito».

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