Botti pericolosi, controlli in città e sul litorale

Ottocento chili di fuochi artificiali illegali sequestrati dalla polizia in alcuni negozi nel quartiere Prenestino, a Roma, a commercianti italiani e cinesi. Tre le persone denunciate. Altri 200 chili di botti sequestrati a due pregiudicati napoletani. Kamikaze, Red Plum, Bin Laden, Fontana di Trevi, Cuckoo, Rondò cinese, Codino matto, Cascata di bengala, Pioggia scoppiettante. Quanto basta per far crollare una palazzina intera. È l’ennesima operazione di fine anno per contrastare la vendita di botti ed esplosivi pericolosi sul litorale. È accaduto l’altra sera a Tor San Lorenzo, Ardea, dove i carabinieri del posto hanno cercato di fermare un furgone sospetto. A bordo del Fiat Iveco due uomini che, alla vista della pattuglia del 112 che intimava loro l’alt, si sono dati alla fuga. L’inseguimento per le strade della cittadina dura poco. Basta un controllo del mezzo per trovare, chiusi in diverse scatole di cartone, centinaia di fuochi costruiti artigianalmente e privi di indicazione di sicurezza. I due sono stati denunciati a piede libero per possesso e vendita di materiale esplodente. Oltre 50mila pezzi, per 800 chili di peso, infine, sono stati recuperati in un garage di Nuova Ostia dagli uomini della Guardia di Finanza.


Un arsenale di giochi pirotecnici solo all’apparenza innocui: dalle micidiali cipolle e track capaci di provocare danni a persone e cose, ai botti noti come «bomba di Maradona», «bomba Osama Bin Laden», «la Lecciso», «missili Bagdad». Nell’appartamento della proprietaria, un’italiana di 52 anni, altri 500 chili fra petardi, fischia-botti e bombe carta. La cinquantenne è stata denunciata. Il materiale sequestrato finirà nell’inceneritore.

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