Valentina Pedrazzini
da Milano
Linformazione, che scandalo! È questo lurlo di Beppe Braida che lo scorso inverno ci ha fatto divertire, ma anche riflettere, con la parodia dei tg a Zelig, e ora gira piazze e teatri italiani con Informashow, lo spettacolo satirico che mette allindice la carta stampata, le redazioni televisive, internet e la pubblicità. Ma lo show itinerante non risuonerà solo del grido di «attentato, è attentato!», «Che in questo momento non sto usando molto per rispetto delle vittime dei veri, recenti attentati». Il comico torinese ha ventidue anni di lavoro alle spalle, durante i quali ha imparato a mettere al servizio della risata tutte le sue armi. E lo dimostra nel suo show: «La tv è una cosa, devi rispettare i pochi minuti a disposizione, ma nei teatri puoi esprimerti in modo completo». Ecco allora che Beppe trova nelle piazze il campo di battaglia ideale per la sua «guerra» contro i media. Sottoponendosi a sedute di psicanalisi con una Viacard, con monologhi e improbabili news dal futuro in redazioni televisive che potrebbero esistere fra quaranta o cinquantanni, ironicamente espone la sua tesi dell«imbecillità e assurdità di certi servizi di oggi».
Beppe Braida, da cosa nasce il suo dissenso contro lattuale modo di fare informazione?
«La riflessione parte dai telegiornali, che riportano la stessa notizia in modi molto diversi, spesso stravolgendo la verità, perciò la gente non sa più a cosa credere. Cè una grande differenza tra i telegiornali moderni e quelli di venti o trentanni fa».
Per esempio?
«Oggi tutto è basato sulla spettacolarizzazione delle notizie, e la volontà di generare ansia allo scopo di alzare laudience».
È la stessa cosa che diceva Michael Moore sullinformazione americana, quindi la sua critica non riguarda solo lItalia.
«Assolutamente no, tutta la società globale è sotto accusa. Provi a pensare alla demenzialità di alcuni inviati, o di alcune notizie, tipo come curare le piante grasse o agli inserti che spiegano come far funzionare la propria vita di coppia. Non credo sia davvero di questo che abbiamo bisogno.
Eppure cè chi li legge.
«Sì, e su questo verterà il nuovo spettacolo che porterò in tournée da ottobre, è sempre di satira contro le news, ma questa volta dalla parte di chi linformazione la subisce».
E la satira a chi sarà rivolta in particolare?
«A quelli che ancora credono nei maghi e spendono migliaia di euro per comprare rimedi contro il malocchio, lampante è il caso di Vanna Marchi».
Come mai secondo lei?
«Credo sia una forma di disagio sociale che certo le informazioni allarmistiche non aiutano a superare».