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Brasile, Battisti in tv: "L'Italia mi fa paura Piuttosto mi uccido"

L'ex terrorista dei Pac alla tv franco-tedesca Arte: "Non andrò in Italia, ho troppa paura. Ci sono cose che si possono ancora scegliere, come il momento della propria morte". La Russa: "Poteva pensarci dopo i suoi omicidi"

Brasile, Battisti in tv: 
"L'Italia mi fa paura 
Piuttosto mi uccido"

Rio de Janeiro - "Non andrò in Italia, non arriverò vivo in Italia, ho troppa paura. Ci sono cose che si possono ancora scegliere, come il momento della propria morte". Lo ha detto Cesare Battisti, l’ex terrorista rosso scappato prima in Francia, poi in Brasile, dove è attualmente in carcere in attesa di sentenza sulla propria estradizione. Battisti è stato intervistato dalla tv franco-tedesca Arte. "Non lascerò che altri scelgano il momento della mia morte, dall’ingiustizia del governo italiano", ha aggiunto Battisti, che attende il verdetto della Corte suprema del Brasile sulla sua estradizione in Italia o sulla sua liberazione.  

"Non ho mai ucciso"  L’ex terrorista ribadisce la propria innocenza: "Dopo 30 anni mi mettono in prigione per crimini che non ho mai commesso. Non ho mai ucciso, ma ho fatto parte di un’organizzazione armata, ho fatto delle rapine, ero un militante qualunque e mi hanno fatto diventare un mostro, un assassino". L’intervista sarà trasmessa sulla rete franco-tedesca sabato prossimo alle 19.

La Russa: poteva pensarci dopo suoi omicidi "Quella di Battisti è una sfrontatezza senza limiti. Se davvero meditava il suicidio avrebbe potuto pensarci dopo gli omicidi da lui commessi". Così il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, commenta le dichiarazioni dell'ex terrorista.

Frattini: "No a indulgenze" L’Italia "non accetta segnali di indulgenze" o di "amnistia" per i terroristi, e in particolare "nel caso di Cesare Battisti". Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, concludendo un seminario in memoria di Aldo Moro oggi alla Farnesina. Il ministro degli esteri, ricordando il presidente del Consiglio ucciso il 9 maggio di 31 anni fa, ha detto che il caso Moro ricorda "la pericolosità di indulgenze nei confronti dei terroristi". Frattini ha perciò bocciato le richieste di chi "parla acriticamente di amnistia". "Avrei voluto vedere un’azione più corale - e bipartisan - dopo le parole del Capo dello Stato", ha detto il ministro riferendosi all’appello lanciato da Giorno Napolitano in occasione della giornata in ricordo delle vittime del terrorismo.

Invece, secondo Frattini, "il nostro Paese non ha saputo unirsi con fermezza attorno alle parole" del presidente della Repubblica.

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