Giù il cappello di fronte a Matteo Serafini, ragazzone nato a Brescia il 21 aprile 1978, di professione centrocampista avanzato ma a seconda della occasioni anche seconda punta. Ieri, sul neutro di Mantova, Serafini ha vissuto la classica giornata da raccontare a figli, nipoti e amici tutti: tre gol segnati alla Juventus, uno più bello dell'altro e degni di un brasiliano dai piedi vellutati, e Brescia trascinato alla seconda vittoria consecutiva dopo quella della settimana passata sul campi dell'Albinoleffe.
Serse Cosmi, nocchiero delle Rondinelle da quindici giorni, se la gode come un pazzo e con il suo solito cappellino a visiera intravede la prospettiva playoff. La Juve incassa invece la seconda sconfitta stagionale - guarda caso sempre sul campo di Mantova -, vede ridursi a 5 lunghezze il margine sulle terze in classifica (Bologna e Piacenza) ed è chiamata una volta di più a non credere che tutto le sia dovuto: «Sono accadute troppe cose negative per credere che sia tutto vero - ha ammesso alla fine Deschamps -. Non c'eravamo proprio, né dal punto di vista fisico né mentale. Voglio pensarci un po sopra, prima di parlare a caldo e magari sbagliare i toni. Se una minima giustificazione può esserci, la trovo nel fatto che abbiamo giocato di pomeriggio mentre domenica scorsa eravamo scesi in campo la sera: può avere inciso anche questo».
Difficile che ai tifosi bianconeri basti, come spiegazione. La Juve di ieri non è esistita, andando subito sotto nel punteggio e venendo surclassata anche quando era riuscita a raddrizzare il punteggio grazie a una punizione maligna di Del Piero. Serafini sembrava Ronaldinho, altro che: pallonetto vincente da trequarti campo con Buffon fuori porta e la difesa a farfalle, poi una mezza rovesciata da cineteca e un meraviglioso esterno destro di controbalzo da fuori area. Tre a uno alla fine del primo tempo e tre a uno alla fine, con la Juve che girava in folle e la sfuriata di Deschamps negli spogliatoi che non sortiva effetto alcuno. «Si è arrabbiato molto - ha confermato Del Piero -, ma non c'è stato verso di far girare la partita. Dobbiamo essere bravi ad amministrare anche questi momenti negativi. Ben vengano adesso due partite in casa: a Torino difficilmente sbagliamo, siamo più coraggiosi e probabilmente più sicuri dei nostri mezzi. Sia comunque chiaro che fuori casa dovremo migliorare il nostro rendimento».
Al disastro del primo tempo è poi seguita una ripresa arrembante, giocata sui nervi e con poca lucidità. Deschamps inseriva Marchionni per Camoranesi e poi Palladino per Balzaretti, ma nulla cambiava: Viviano poteva dormire sonni abbastanza tranquilli. Tante mischie, qualche contatto proibito e Trezeguet ammonito per una gomitata a un avversario che avrebbe potuto anche portare ad altro. La Juve non prendeva tre gol tutti insieme dall'ottobre 2005, quando a rifilarglieli era stato il Milan a San Siro: Kaka, Seedorf e Pirlo gli autori delle reti. Nomi nobili, cui si è aggiunto ieri quello di Matteo Serafini: il quale, se Possanzini non fosse stato squalificato, probabilmente non avrebbe nemmeno giocato. «Il calcio è anche casualità - ha ammesso Cosmi alla fine -.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.