da Pinzolo
«Mi aspettavo di tornare in serie A, ma non di trovare questo entusiasmo e di vedere nei ragazzi la convinzione di poter lottare subito per lo scudetto». Firmato: Giovanni Cobolli Gigli, presidente della Juventus. Ieri presa d'assalto da migliaia di tifosi: Pinzolo ha rischiato di andare in tilt, la val Rendena anche. E oggi ci sarà il bis, in attesa del pandemonio che si scatenerà mercoledì in occasione della prima amichevole da disputarsi presso il centro sportivo Pineta contro il Mezzocorona. Alberghi esauriti nel raggio di chilometri, 4000 biglietti venduti in un battibaleno per assistere all'allenamento pomeridiano dopo che in mattinata circa 500 persone non avevano trovato di meglio che guardare Del Piero corricchiare lungo il campo, dovendo il capitano recuperare da un leggero infortunio muscolare. Delirio puro. Al punto che un paio d'ore prima che iniziasse la seduta, le tribune erano già stracolme e a nessuno importava che il termometro segnasse 32 gradi: amore totale, al limite del fachirismo. E nessun problema di ordine pubblico nemmeno venerdì sera, quando la squadra è stata presentata in piazza e Paolo Brosio ha calcato la mano nei confronti dell'Inter: «Come si fa a parlare di scudetto degli onesti quando si è stati indagati per una marea di intercettazioni telefoniche, per i passaporti falsi e il falso in bilancio?». Infortunio che ieri Cobolli ha minimizzato: «Brosio ha parlato da tifoso, non me la sento di criticarlo. Con i nerazzurri c'è grande rispetto e il desiderio reciproco di stemperare i toni».
Si vedrà. Ieri l'Inter, arrivata nel frattempo a Brunico, è stata evocata più volte e non certo per augurarle buona fortuna. I tifosi bianconeri, stimati infine intorno alle diecimila unità, sono però concentrati sui loro nuovi eroi, da Tiago ad Almiron, e si coccolano i vecchi, Buffon, Nedved e Trezeguet su tutti. «Gigi è stato il vero protagonista della conferma degli altri big - ha rivelato Cobolli -, li ha chiamati e convinti a restare». Lo hanno ascoltato tutti, compreso Trezeguet che ieri ha dato la sua versione sulla telenovela che lo ha riguardato e che lo ha poi visto firmare il prolungamento del contratto fino al 2011: «Il mio gestaccio dopo avere segnato il gol allo Spezia nell'ultima di campionato? Volevo far capire a tutti le mie intenzioni. Se tutto andrà bene, rimarrò qui undici anni: significa che la mia personalità e il modo di vedere il calcio mi hanno fatto guadagnare una stima importante. In quei giorni non sentivo la fiducia della società. Non è nemmeno vero che volessi arrivare a scadenza di contratto, a giugno 2008, per poi vendermi al miglior offerente. E comunque le opinioni degli altri mi interessano poco. Sono arrivato a Torino sette anni fa: a livello sportivo ho fatto cose importanti, sul piano personale sono nate amicizie vere.
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