Brown punta a elezioni anticipate in ottobre

L’annuncio atteso dopo la conclusione del congresso laburista, che si apre oggi a Barnemouth. Il premier britannico vuole approfittare dei sondaggi a lui favorevoli

Brown punta a elezioni anticipate in ottobre

Londra - Sarà finalmente il “one man show” che attendeva da una vita, forse da quando ragazzino, all’età di 12 anni, distribuiva volantini pro-Labour per le vie scozzesi di Dunfermline. Il Congresso del partito laburista che si apre oggi a Bournemouth, località balneare a sud di Londra, vedrà finalmente lui, Gordon Brown, come unico protagonista. Finiti i tempi in cui il partito si presentava all’appuntamento con due “prime donne”: l’allora premier Tony Blair, che strappava applausi fragorosi, e lui, l’amico-rivale ed ex cancelliere dello Scacchiere.

Ora, dopo la standing ovation d’addio tributa a Blair nello scorso giugno, la scena è tutta per Brown. Sul primo ministro saranno puntati i riflettori della principale convention politica d’Europa, una cinque giorni in cui gli ottomilamembri del Labour presenti assisteranno all’apertura di una nuova era politica per il più importante partito della sinistra europea, dopo gli addii e le standing ovation tributate a Blair lo scorso anno. Il discorso del primo ministro si svolgerà lunedì, ma già da oggi pomeriggio il governo scalda i muscoli con l’intervento del ministro delle Finanze, Alistair Darling. Un appuntamento molto atteso, dal momento che arriva a pochi giorni da una delle crisi più nere che abbia colpito una banca inglese dal 1860, quella della Northern Rock, investita dalla bufera del crollo dei mutui subprime.

Tra i temi in agenda la politica estera; il “bread and butter” (“pane e burro”), cioè le questioni che toccano direttamente i cittadini; il terrorismo e l’escalation di violenza. Gli ultimi due punti saranno trattati da Jacqui Smith, ministro degli Interni. Martedì parlerà il giovane pupillo della sinistra inglese, il ministro degli Esteri David Milliband: in primo piano Irak, Afghanistan e Iran. Sul tappeto anche l’eventualità di elezioni anticipate (la fine della legislatura cade nel 2010). Spesso in passato i premier hanno sciolto le Camere senza attendere la naturale scadenza. Brown si trova di fronte a un dilemma: succeduto a Blair e privo di un vero mandato elettorale potrebbe mandare gli inglesi alle urne già in ottobre, approfittando dei sondaggi a lui favorevoli.

Il premier potrebbe sciogliere la riserva subito dopo la fine del Congresso, quando a Blackpool comincerà la convention del Partito conservatore. Ieri Douglas Alexander, coordinatore della campagna elettorale laburista, ha annunciato che la macchina è pronta per un voto autunnale: la data più probabile è quella del 25 ottobre. Ma nulla è ancora certo. Da una parte, infatti, Brown ha dalla sua i dati delle più recenti rilevazioni demoscopiche (un vantaggio di otto punti percentuali, secondo un sondaggio di Icm per il Guardian; di sei punti secondo quello del Telegraph di ieri). Il premier si è guadagnato la stima degli elettori affrontando a fine giugno i nuovi attacchi terroristici contro il Regno Unito e interrompendo le vacanze dopo appena quattro ore dall’esplosione di un’altra emergenza: il virus di afta epizootica nelle campagne inglesi.

Il voto autunnale, insomma, lo vedrebbe favorito e potrebbe evitare che l’attuale tendenza positiva si arrestasse quando i lavori parlamentari entreranno

nel vivo e ci saranno temi scottanti da affrontare. Ma le incognite restano e una bocciatura degli elettori, dopo appena quattro mesi di governo, potrebbe fare di Brown il premier più breve della storia d’Inghilterra.

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