Valeria Arnaldi
Rifiuti, cattivo odore, accampamenti abusivi, buche, graffiti e pozzanghere provocate da perdite dacqua. Il Tevere e le banchine, in pieno centro, sono in uno stato di totale abbandono, malgrado gli operai vi stiano alacremente lavorando per completare listallazione degli stand che, presto, ospiteranno i tanti villaggi sul fiume previsti dal programma dellestate romana.
La situazione è particolarmente grave allaltezza dellisola Tiberina, «salotto» della manifestazione capitolina, con cinema allaperto, mercatini dartigianato, ristoranti, bar e, perfino, mostre. Passeggiando sullargine che costeggia lungotevere degli Anguillara, evitando di soffermarsi sui fin troppo evidenti graffiti e sui numerosi rifiuti abbandonati in terra, si incontra un vero e proprio ostacolo. Proprio sotto ponte Garibaldi, una grande buca taglia in due la banchina, andando a sfiorare il percorso ciclabile già reso difficoltoso dalla presenza degli stand. I sampietrini che costituivano la pavimentazione sono stati rimossi e gettati dentro lacqua, dove, accatastati uno sullaltro, hanno creato degli scogli artificiali, ideali per papere e cornacchie, ma anche per trattenere bottiglie e buste di plastica trasportate dalla corrente. Dove la pavimentazione torna ad essere intatta, la situazione non migliora. Una perdita dacqua alimenta una cascatella, che, goccia a goccia, crea pozzanghere fangose che dal muro arrivano al fiume, rendendo scivoloso e, quindi, pericoloso, il percorso per pedoni e amanti delle due ruote.
Spostandosi sullargine sotto lungotevere de Cenci, le condizioni peggiorano sensibilmente. Qui, infatti, vive indisturbata una piccola comunità di clandestini romeni. Molti pescano, altri si riposano su sedie, poltrone e materassi collocati sotto le arcate del ponte, a costruire mini-soggiorni allaperto. Il «bagno» è sulla scalinata di accesso, la «sala da pranzo» poco distante, come testimoniano piatti, posate di carta, e bottiglie di alcolici e birra. La zona letto allombra degli alberi, per dormire sonni tranquilli, senza la preoccupazione dei passanti. Dove il fiume fa un salto, cè un mulinello di rifiuti. Per lo più sono bottiglie, ma cè anche una gomma. Non mancano i contenitori di detersivi che solcano lacqua con strisce di schiuma. I turisti guardano incuriositi quello strano effetto che sarebbe surreale, se non dipendesse da un preoccupante accumulo di sporcizia. Infine si arriva allisola Tiberina. Dietro gli stand con tanto di tendine infiocchettate, ci sono scritte e disegni dai colori fluorescenti che coprono lintera pavimentazione. Anche qui la sporcizia non manca: sono bottiglie, stracci e, proprio sullargine, reti metalliche arrugginite.
A pochi giorni dallinaugurazione dei villaggi, sembra proprio che sarà il degrado il vero protagonista dellestate romana. Almeno, «vista fiume».
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