Provate a parlare di tango a un abitante di Buenos Aires. Provate a parlare di tango, di Gardel, del Café Tortoni dove il grande cantante si esibiva, fra riccioli Liberty e tavoli in mogano. Provate a parlare di abiti neri, di scarpe tacco nove, del bandonion che vibra più dolce di una fisarmonica, della seduzione di due corpi che danzano insieme senza mai staccarsi, nella penombra di una milonga porteña. Cartoline sbiadite di un'epoca che è tornata di moda. Di più: che sta diventando un business. Provate ad andare in una scuola di tango a Buenos Aires: nemmeno quella della Scala è così affollata. Lezioni in castigliano e in inglese, perché i turisti sono molto, molto più numerosi degli argentini. Non servono vetrine, per sapere dove si trovano bastano gli annunci sui giornali: l'Escuela Argentina de Tango al Centro Cultural Borges (Galerías Pacifico, Viamonte - San Martín, www.eatango.org); il Dni in avenida Corrientes 2140 (www.estudiodnitango.com.ar), la via dei teatri tagliata in due dall'obelisco sul vialone 9 de Julio, gli Champs-Elisées porteñi. Dove si affaccia il teatro Colón, il più importante della città. Dove ha debuttato Arturo Toscanini prima di dirigere La Scala di Milano.
Di notte il tango si balla in almeno quattro milonghe diverse, ma le più trendy sono il Beso in Riobamba 416, il Salon Canning in Scalabrini Ortiz 1331, il Niño Bien in Humberto I 1462, il Sunderland Club in Lugones 3161. Sì, trendy, perché anche il tango ha le sue mode. L'aggettivo però suona meglio per altri aspetti, più stereotipati e più moderni, che la capitale argentina esibisce con la stessa, disinvolta sensualità di un passo di danza. Lontano dalle milonghe, lontano da Plaza de Mayo, lontano dallo stadio della Bombonera dove molti anni fa ha debuttato Maradona, lontano da tutti i luoghi comuni c'è una città che sorprende. Boutique hotel dal fascino intimo come Krista (www.kristahotel.com.ar), pareti di boiserie bianche e dieci camere e suite piene di luce, nel cuore di Palermo Hollywood: il quartiere degli studios televisivi e delle produzioni cinematografiche a nord della ferrovia. Qui una notte costa da 90 a 180 dollari americani, in controtendenza con il costo medio della vita nel Paese, che è circa un quarto dell'Europa. Ma in una città dove si vive e si mangia con poco, gli alberghi sono un capitolo a parte. Home, tempio del design scandinavo ravvivato da particolari vintage come le tappezzerie francesi, costa un po' di più, da 125 a 335 dollari. Ma la sua storia è particolare. È nato in seguito a una promessa d'amore, le nozze del discografico Tom Rixton con Patricia O'Shea, per ospitare gli amici invitati al matrimonio (www.homebuenosaires.com). Da lì a piedi si arriva a Palermo Soho, il cuore della movida porteña. Case color pastello e una via che sa di nostalgia. La casa di Borges non c'è più, giusto una targa a ricordarlo nella via a lui intitolata. Però ci sono i music bar di plazoleta Cortázar, per tutti piazza Serrano, e le boutique degli stilisti. A Palermo Soho non si parla di tango: si parla di cultura e di estetica. Da Arte Ètnico Argentino (El Salvador 4656, www.arteetnicoargentino.com), Belen Carballo e Ricardo Paz promuovono l'artigianato di qualità, mobili, coperte, tappeti, importati anche a Milano da Sumampa (www.sumampa.com). Da La Pasionaria (Godoy Cruz 1541, www.lapasionaria20to50s.com.ar), le idee prendono forma nella casa in mattoni che Pancho Salomon ha trasformato in negozio: collezioni di lampade, mobili, bambole... «Vendo solo quello che piace a me», racconta. Snob, ma funziona. Funzionano anche i ristoranti da 30-40 euro a testa, una follia per gli argentini. Come Cabernet (Jorge Luis Borges 1757, www.cabernet-restaurant.com.ar), interni di charme e un piccolo giardino per cene a lume di candela. Come Cabañas las Lilas (Alicia Moreau de Justo 516, www.laslilas.com.ar) nel quartiere più chic della citta, Puerto Madero, con i palazzi dei grandi architetti e i vecchi docks del grano sul Rio de la Plata. Davanti al ponte di Santiago Calatrava, c'è chi viene apposta da New York per un piatto di parilla in questo ristorante con camerieri multilingue, cuochi provetti e manzi argentini certificati.
Argentine (e sudamericane) sono anche le opere del Malba, il più bel museo di Buenos Aires, con quadri e sculture dell'America latina dal 1920 ad oggi. Poco oltre, parco 3 de Febrero annuncia un altro quartiere alla moda: la Cañitas, ristoranti di parilla e sushi, adiacenti al campo da polo. Altra grande passione, quella degli argentini per stecche e cavalli.
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