Una bufala il blitz sul decreto: la legge c’era già

da Roma

La più enfatica è stata l’Unità: «Si muove Veltroni, arriva il decreto espulsioni». Giornali e tv hanno annunciato che ora «i prefetti potranno decidere» di espellere dall’Italia anche i cittadini europei per motivi di sicurezza. Ed è un falso. I prefetti «dovevano» già adottare i provvedimenti di allontanamento, e i sindaci richiederli, da mesi. Il 6 febbraio scorso il governo aveva già varato un decreto legge secondo le direttive Ue. Praticamente tale e quale a quello sfornato ora. Solo che premier e ministri hanno preferito dimenticarlo e Veltroni ignorarlo: fino all’ultimo morto. Motivo? Evitare problemi con Rifondazione e l’ala estrema.
Il decreto legge mai applicato è stato deciso nella riunione del Consiglio dei ministri il 19 gennaio 2007, e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 27 marzo. E già il ritardo era notevole: le direttive Ue sono del 2004. In base all’articolo 3 lo Stato ospitante può rifiutare l’ingresso dei cittadini comunitari indesiderati dopo «un esame approfondito della situazione personale». Gli articoli più importanti sono il 9 e il 20. Il primo prescrive che dopo tre mesi dall’ingresso gli immigrati devono richiedere l’iscrizione all’anagrafe.

E possono ottenerla solo a condizione che abbiano una casa, un lavoro o risorse economiche per sé e i propri familiari «sufficienti a non gravare sul sistema di assistenza pubblica». L’articolo 20 dà ai prefetti la facoltà di adottare provvedimenti di allontanamento dall’Italia per coloro i cui comportamenti «rappresentino una minaccia concreta e attuale per l’ordine pubblico e la sicurezza».

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