
La crisi internazionale tra Israele e Iran, così come le altre gravi situazioni in corso - pensiamo alla guerra tra Russia e Ucraina - ci costringe a riflettere sulla sicurezza, sulla difesa e sulle scelte di investimento delle nostre risorse pubbliche. In un clima così incerto e difficile, i cittadini e i lavoratori esprimono sempre più spesso preoccupazione per le possibili conseguenze economiche e sociali che potrebbero ricadere sulle famiglie e sulla vita quotidiana. In questo scenario, ogni euro speso assume un peso ancora maggiore.
Solo pochi giorni fa, l'Italia ha affrontato cinque referendum che, come previsto da molti, inclusi i promotori, non hanno raggiunto il quorum. Lo stesso Renzi aveva dichiarato che «era evidente che il quorum non ci sarebbe stato», e altri esponenti della sinistra avevano ammesso di aver voluto comunque «lanciare un segnale politico» al governo.
Il risultato? Oltre 88 milioni di euro pubblici utilizzati per una consultazione che, fin dall'inizio, appariva senza reali prospettive di successo. Il referendum è uno degli strumenti più alti della democrazia e va sempre tutelato. Proprio per questo, va usato con responsabilità: deve servire gli interessi della collettività, non essere strumentalizzato per contrapposizione partitica o per dare visibilità a una parte politica. Oggi più che mai, la gente chiede meno bandiere e più risposte concrete ai propri bisogni.
Forse quei fondi, se impiegati per il welfare, la scuola, il sostegno alle famiglie o per rafforzare la nostra difesa nazionale - tema tornato drammaticamente d'attualità - avrebbero dato un contributo vero alla sicurezza e al futuro del Paese. Non si tratta di mettere in discussione il diritto dei cittadini a esprimersi, né la bellezza della democrazia diretta. Si tratta, piuttosto, di ricordare che ogni scelta pubblica, soprattutto in momenti delicati, merita senso della realtà, cura e rispetto per il bene comune.
L'Italia ha bisogno di meno simboli e più sostanza.
E, forse, anche di un po' di buon senso. Soprattutto da parte di chi oggi è all'opposizione e dovrebbe ricordare che la credibilità delle istituzioni e la tutela dell'interesse collettivo valgono più di una bandiera di partito.