Burlando «ricatta» i suoi e sventa la crisi

Burlando «ricatta» i suoi e sventa la crisi

(...) che devono restare al loro posto almeno due anni, sei mesi e un giorno prima di aver diritto a una vecchiaia garantita.
Che ci sia un’aria strana lo si avverte già in consiglio regionale. All’ordine del giorno è arrivata una mozione dei consiglieri della sinistra radicale che chiede l’istituzione di una commissione d’inchiesta sui disastri della sanità e dell’ospedale San Martino in particolare. Quando inizia la seduta sono presenti persino più consiglieri di opposizione che di maggioranza, ma per fortuna non c’è nulla da votare. La mozione è in fondo alla lista. Quando arriva il momento di parlarne, c’è persino da far di conto. Se Rifondazione e Forum delle sinistre votassero insieme all’opposizione ci sarebbe il rischio di andare sotto. Fibrillazione.
Burlando prende la parola e inizia a rassicurare. Propone nuovi incontri, di rimandare la questione in commissione. E spazia dalla promessa di ridurre le tasse alle fasce deboli a un miglioramento dei conti. In una parola, fa quello che il regolamento definisce «comunicazioni del presidente». Tanto che l’opposizione vorrebbe controbattere, ma il presidente del consiglio, Mino Ronzitti, le rubrica come «spiegazioni» alla proposta di rinviare la mozione. Sfumature procedurali, che comunque portano alla votazione: la commissione d’inchiesta s’ha da fare? Marco Nesci, di Rifondazione, colui che l’aveva proposta, si ritira, accetta la proposta di Burlando. Se ne riparlerà. Poi viene a galla tutta la verità. Nella conferenza stampa della sinistra radicale: «Ci hanno ricattato con la crisi di giunta». Poi: «Sì, cioè no, ricatto non è la parola giusta. Burlando ha minacciato di dimettersi». Di mandarli a casa tutti. E loro non se la sono sentita. Con la scusa che sennò tornano le destre. È lo stesso governatore a confermarlo, poco dopo: «Io non resto a dispetto dei santi». E «se una parte di maggioranza vota con la minoranza su un argomento come la sanità, significa che una maggioranza non esiste più».
Nella conferenza stampa e nel comunicato la sinistra radicale torna a mostrare gli artigli, a fare la voce grossa. Ma la retromarcia per salvare poltrona e pensione non evita anche profonde fratture al suo interno. Piero Randazzo, ex presidente della circoscrizione Pontedecimo e responsabile della Sanità per Unione a sinistra (il partito di Ronzitti, una delle componenti fondamentali del Forum della sinistra) non ci sta: «Cedere ai ricatti è una cosa che non posso accettare, se questo è il loro modo di fare politica faranno a meno di me. Vorrà dire che mi dedicherò al volontariato.

Temevo che questo potesse succedere, sulla sanità si fanno sempre e solo tante parole». Però è così: è ufficiale che la Liguria è una Regione fondata sul ricatto. C’è solo da scegliere il significato da dare alla parola.

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