«La Busiarda» fa onore al suo nome con Berlusconi

Caro Granzotto, dia un’occhiata al blog di Gramellini su La Stampa e ai relativi commenti dei lettori a proposito del discorso di Berlusconi in Israele. Poi ci chiediamo chi incita all’odio e causa gesti inconsulti nelle menti labili...
Rimini

Glie l’ho data l’occhiata, caro Bonatelli. E mi sono cascate le braccia. Scrive Massimo Gramellini, corsivista della Stampa di Torino (mi rivolgo ovviamente ai lettori che non hanno il dispiacere di leggere il quotidiano subalpino, non per niente ribattezzato dai piemontesi «La busiarda», la bugiarda), riferendosi a Berlusconi: «Ma come farà a essere israeliano con gli israeliani e palestinese coi palestinesi? Ad affermare, davanti a Netanyahu, che bombardare Gaza fu «una reazione giusta» e due ore dopo, davanti ad Abu Mazen, che le vittime di Gaza sono paragonabili a quelle della Shoah?», interrogativi ai quali fa seguito la solita tiritera antiberlusconiana, sempre quella, sgangherata e pretestuosa. Musica per le orecchie dei fans i quali, in deliquio, gli mandano a dire, come certa Adriana: «Grande Gramellini, come si fa a non vergognarsi di essere rappresentati così, noi che siamo mediamente seri, onesti, per bene, ognuno con le sue lacune ma tutti con una dignità che ormai è irreparabilmente offesa da questa persona?». E un Fabrizio: «Grazie Gram per darci la forza di resistere resistere resistere». Un Richard: «Mezzo mondo sta avvelenando la convivenza civile in Italia. Quando parlo con qualche sconosciuto mi chiedo - ma questo non sarà magari berlusconato? - e provo un senso di disgusto». Un anonimo: «Questa ennesima pagliacciata, questa ennesima umiliazione, questa ennesima nefandezza non fanno altro che rendere ancora più splendida l’immagine che il mio cuore coltiva da tempo del Day After. Non m’aspetto palingenesi, non m’aspetto la fine dei problemi italiani: ma come sarà luminoso, fresco, smagliante The Day After». E mi fermo qui.
Naturalmente lettori di tal fatta, già mentalmente ottusi per sovraccarico di pregiudizio, hanno preso per oro colato la versione gramelliniana delle dichiarazioni di Berlusconi. Che invece è infedele, manipolata ad arte per snaturarne il senso e renderla deprecabile per farne un boccone dal gusto giusto, antiberlusconiano, da gettare in pasto ai ringhiosi ammiratori. Non c’è infatti contraddizione, non c’è colpo al cerchio e alla botte nelle parole del più volte applaudito - a Gerusalemme come a Gaza - presidente del Consiglio. Egli non ha, come scrive Gramellini, detto il contrario di quel che aveva appena detto. Ma semplicemente fatto presente che, avendo la «giusta reazione» alla pioggia di missili che martellava i civili israeliani comportato delle vittime a Gaza, riteneva giusto se non doveroso «manifestare dolore» nei loro confronti, giusto se non doveroso piangere quelle vittime così come «vengono piante le vittime della Shoah».

Bisogna essere in grandissima malafede per stravolgere, al fine di alimentare l’antiberlusconiana lotta dura e senza paura, affermazioni di così evidente buon senso civile e politico. Ed è quello che ha fatto Gramellini, corsivista della «Busiarda».

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