C’è Lang Lang, l’ultima «star»

Tutti a sentire Lang Lang, il noto pianista cinese ventisettenne, da tempo idolo dei giovanissimi, che nel corso di quattro serate all’Auditorium, da oggi a venerdì, si farà ascoltare in tutti i possibili modi. Nel primo concerto, questa sera, circondato dai solisti dell’Orchestra dell’Accademia, nel «Quintetto» di Schubert La trota e nel Trio in la minore di Ciaikovskij; domani, in un recital solistico nella sala Santa Cecilia (in programma Schubert, Sonata in la maggiore; Preludi, dal I e II Libro di Debussy, scelti fra i più popolari ; Polacca di Chopin, Eroica; Sonata di Bartok) ; giovedì, per la prima volta in pubblico, accompagna Cecilia Bartoli in un recital di arie «belcantistiche» di Bellini, Donizetti, Rossini, Bizet, Malibran. Repertorio della Bartoli da tempo, niente di nuovo, senza che questo annulli il piacere dell’ascolto, che successivamente - potete scommetterci - finirà in un cd che andrà a ruba tra il famelico e, dunque, vorace pubblico dei fan di Lang Lang e della celebre mezzosoprano. Infine, venerdì 5, a chiusura, pianoforte e orchestra: il Concerto n. 1 di Chopin in coppia con Christoph Eschenbach, che dirigerà poi la Quarta sinfonia di Ciaikovskij. Perché proprio Eschenbach? Perché Lang lavora ormai con tutti i direttori (sarebbe meglio dire che molti direttori vogliono lavorare con lui) e perché pochi sanno che la prima uscita pubblica importante di Lang, fu proprio con il direttore (ex pianista) Eschenbach. Ed avvenne, per uno di quegli strani casi della vita, che nel mondo musicale sono assai frequenti, esattamente dieci anni fa, al Ravinia Festival, negli Usa, quando fu chiamato, all’ultimo momento, a sostituire il pianista americano André Watts, ammalato. E qui finisce il compito del cronista, e inizia quello dell’osservatore di cose e fatti musicali. Lang Lang è il più grande, recente fenomeno mediatico (You Tube, Second Life, Olimpiadi di Pechino 2008, Expo 2010 Shangai), ma soprattutto di marketing nel settore «classico», non paragonabile neppure a Pavarotti o alla stessa Cecilia Bartoli che, in questi ultimi anni, sono riusciti a far gioire almeno un po’ le multinazionali del disco (Andrea Bocelli, forse, ha un successo paragonabile al suo; ma trattasi di un campo differente, quello della canzone, nonostante le parallele e frequenti incursioni nel melodramma). Il mercato lo corteggia; importanti griffe (nei settori dell’elettronica, delle calzature, degli strumenti musicali, delle automobili, della cancelleria di lusso) hanno cambiato le loro strategie pur di assecondarlo, nella speranza di un possibile profitto, con la benedizione della musica «classica». Il fenomeno Lang Lang è tutto questo, soprattutto questo; dal punto di vista strettamente musicale, invece, si fonda principalmente sulla tecnica, strepitosa; e questo ci induce a dire che lui e Cecilia Bartoli potrebbero fare coppia fissa. Se fosse solo un «fenomeno» tecnico, cercando fra i venti milioni di «pianisti» in erba della Cina, se ne troverebbero molti altri tecnicamente ferrati quanto lui.
C’è ancora dell’altro: una forte carica umana e comunicativa, la sua straripante simpatia e sincerità (nonostante qualche volontaria reticenza sui diritti umani calpestati nella sua patria) e lo spettacolo che Lang offre di sé, durante i concerti, il che costituisce ulteriore elemento di richiamo.
Siamo curiosi di ascoltarlo, ad esempio, nella sonata schubertiana che proporrà domani, per verificare la sua attitudine a un pianismo di forte interiorità che ancora gli è estraneo.

Ma non possiamo negare che Lang Lang ha ancora una bella carta da giocare, quella dell’età; e non è detto che alla sua popolarità, nei prossimi anni, non si accompagni anche la maturazione artistica.
Info: 06.8082058

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