C’è uno «strappo alla regola», ma il fascino Marani è lo stesso

Per la sera dell’inaugurazione ha indossato un golf strappato ad arte con la sofisticata tecnica detta «devorè» perché consiste nel divorare chimicamente la trama lasciando intravedere l’ordito. «Con tutti i soldi che ha fatto nella moda non poteva mettere un golf sano?» dicevano i Correggesi mentre Angelo Marani riceveva i complimenti del sindaco e delle varie autorità per la mostra intitolata «Strappo alla regola» che lo stilista ha promosso e sostenuto in omaggio a Mimmo Rotella, lo straordinario artista calabrese scomparso nel 2006.
Nel cinquecentesco Palazzo dei Principi della città che ha dato i natali al grande pittore rinascimentale Antonio Allegri detto appunto Correggio e all’indimenticabile scrittore Pier Vittorio Tondelli, fino al 12 giugno si potranno ammirare 38 opere di Rotella tra cui 7 opere prime provenienti dalla collezione privata di Marani che è un vero cultore del cosiddetto décollage, la tecnica inventata dall’artista fondendo il collage dei cubisti, l’action painting di Pollock e il ready made dei dadaisti. «Staccava i manifesti pubblicitari dai muri, li attaccava sulle tele dipinte e poi li strappava via lasciando affiorare quel che c’era sotto» spiega in parole povere Marani. «Ho sempre trovato molto erotico il gesto dello strappo - continua - una cosa che appaga le più segrete curiosità come guardare dal buco della serratura. Inoltre penso che i cartelloni pubblicitari siano i vestiti delle città e poi Rotella aveva come me la fissa del cinema, i suoi quadri come i miei sogni sono animati dalla bellezza delle dive: Rita Hayworth, Marilyn Monroe e Grace Kelly». Inevitabile quindi l’acquisto di un primo quadro tanti anni fa per cinque milioni delle vecchie lire.
Poi questa corrispondenza d’amorosi sensi tra l’artista e lo stilista diventa moda e da qui l’inconfondibile immagine della donna Marani: a prima vista selvaggia, di fondo così pratica e moderna da rifiutare tutto ciò che deve essere mandato in tintoria perché con i moderni finissaggi tessili anche i capi da sera con stampe e ricami preziosi possono finire senza danni nella lavatrice di casa. Il bello è che certi capolavori in maglia sottilissima, seta e chiffon stampato, velluto devorè oppure cotone così fine da sembrare cashmere sono fatti su vecchie macchine recuperate in giro per il mondo e restaurate nell’officina interna all’azienda. «Ho tanti bravi artigiani che lavorano per me - racconta Marani - ne inventano di tutti i colori per ridare vita a questi macchinari con un po’ di elettronica d’ausilio e tanta pazienza». I risultati sono in effetti straordinari per non parlare del fascino di un’apparecchiatura creata da Luis Cotton nell’800 (ne esistono tre in tutto il mondo) per fare in un colpo solo il lavoro di otto/dodici magliaie. Usando una macchina ad aghi per calze di seta, Marani riesce a fare maglie sottili come garze eppure indistruttibili, una vera meraviglia. Rinomata anche la stamperia.

«Sono specializzato nei disegni piazzati, sulle stampe all over i comaschi me le danno 10 a zero» dice lo stilista raccontando poi che i colori vengono fissati sul tessuto a vapore, mentre nelle acque di processo riciclate interamente in azienda, le molecole di tinta vengono smaltite dai più potenti batteri cromofagi il cui nome - cadaverina - è tutto un programma. «E pensare che in natura il colore non esiste - conclude - è la capacità di riverberare la luce che non ci fa vedere un mondo tutto grigio».

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