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«C’è Van Basten nel futuro di Ibrahimovic»

Beccalossi: «È il miglior acquisto dell’era Moratti Ma deve la sua esplosione alla bravura di Mancini»

da Milano

E’ il tormentone del giorno. Zlatan Ibrahimovic, 26 anni compiuti lo scorso 3 ottobre, vale Marco Van Basten, il mitico centravanti del Milan forgiato da Sacchi? E, fra un anno, proprio di questi tempi, prenderà il posto di Kakà sul podio del Pallone d’Oro? Le prospettive sono tutte dalla parte di questo attaccante che interpreta a meraviglia il calcio moderno per forza, talento, tecnica sopraffina. A quei pochi che non conoscono lo svedese – e fra questi i membri del premio Fifa World Player che non l’hanno inserito fra i 50 calciatori da votare – raccomandiamo di ammirare il secondo gol realizzato dal campione nerazzurro al Cska Mosca. In quell’esecuzione c’è tutto Ibra, ballerino e bomber al tempo stesso.
«Ti fa sballare», confessa Evaristo Beccalossi, uno che di piedi buoni se ne intende. E infatti racconta: «Ibrahimovic è sulla strada dei più grandi campioni ogni tempo. Nel giro di pochissimo sarà Pallone d’Oro, basta che vada avanti in Champions League. È il miglior acquisto fatto da Massimo Moratti in tanti anni di presidenza». Davanti anche a Ronaldo, insomma. Per Beck, oggi opinionista di successo in tivù, «Ibrahimovic deve molto a Mancini perché aveva bisogno di un allenatore che non lo appesantisse con troppe parole e lo facesse sentire libero di esprimersi, seguire l’ispirazione del momento, tentare il grande colpo. Come è successo mercoledì sera a San Siro con una prodezza che ha già fatto il giro del mondo. E Mancio, che di quella schiera di campioni faceva parte, ci ha impiegato un secondo per capire come gestirlo e dargli la continuità persa nell’ultimo anno alla Juventus». Gia perchè lo svedese, sentendosi ingabbiato dagli schemi di Capello che pure lo aveva voluto a ogni costo, non aveva combinato granché nel 2005-06. Poi la ripartenza in maglia nerazzurra.
Ma la Juventus non poteva fare nulla per trattenerlo, al pari di Buffon, Trezeguet e Nedved? La risposta a Tardelli che in quel periodo era nel CdA della Signora: «Ibrahimovic non ne voleva sapere di giocare in B, batteva i piedi, ha fatto la voce molto grossa per andare via. Non c’è mai stata la possibilità di trattenerlo. Peccato perché l’avevamo portato proprio noi in Italia. Adesso fa grande l’Inter che ha avuto la forza e il tempismo di prenderlo nel momento giusto. Certo. Senza Calciopoli, restava bianconero a vita».
E allora via al paragone con Van Basten. Per Giovanni Galli, che ha avuto la fortuna e l’onore di giocare con lui, l’olandese è inavvicinabile: «Senza nulla togliere a Ibra che ha una forza fisica fuori dal comune, Marco era più tecnico, aveva un maggior senso del collettivo, dava i tempi ai compagni. Con lui si giocava a memoria. E questo non gli impediva il colpo a effetto. L’interista è in progresso evidente anche se fa quello che gli passa per la mente. Si parlava di lui come di un giocatore che ha dei limiti e adesso non li ha più. Il numero dei gol si fa interessante perché vede la porta più e meglio di prima. Alla stessa età Van Basten era più forte, niente però vieta di pensare che Ibrahimovic lo avvicini».
Tardelli non è così drastico, anzi: «Più elegante il milanista, più completo l’interista. Se il milanista puntava decisamente al gol, l’interista con il suo fisico devastante segna e fa segnare».
Su questo tema Beccalossi va oltre: «Van Basten e Ibrahimovic potrebbero giocare assieme, l’uno davanti, a centro area, e l’altro che gli gira attorno. Fateci un pensierino, che coppia. I due si somigliano per certe movenze, in comune hanno i colpi per decidere qualsiasi partita da soli, ma fanno calcio in maniera diversa. Il calcio è cambiato. Con tutto il rispetto per i giocatori di ieri, e io sono uno degli anni Ottanta, quelli di oggi vanno a 3mila all’ora in un calcio evoluto, più forte fisicamente e atleticamente.

In questa epoca o lavori sodo oppure non emergi». Che Evaristo abbia voluto inviare un messaggio al depresso Adriano?

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