Ca' di Rajo salvaguarda la Bellussera

L a Bellussera è un metodo di allevamento della vite molto particolare: fu messo a punto alla fine dell'Ottocento dai fratelli Bellussi, in Veneto, e si basa su un sistema a raggi. Ormai quasi scomparso, è però un patrimonio storico da preservare. Per questo l'azienda Ca' di Rajo della famiglia Cecchetto (da nonno Marino, fondatore ottantasettenne, al nipote Simone, enologo, trentatreenne), specializzata nella produzione del Prosecco e del Raboso - un buon rosso razza Piave - hanno deciso di conservare una quindicina di ettari di questa forma di impianto, facendo uno sforzo non indifferente, visto la vendemmia nelle Bellussere non è facile: tutto va a fatto soltanto a mano e il fatto che le viti siano sollevate da terra fa sì che la vendemmia e la potatura si compiano con l'uso di un rimorchio e di un pianale a tre metri da terra, sotto le viti a raggiera.

Nei quindici ettari coltivati a Bellussera, Ca' di Rajo coltiva le varietà Raboso, Glera, Chardonnay, Pinot Bianco, Sauvignon, Verduzzo, Merlot, il rarissimo Manzoni Rosa (con cui si fa uno Spumante Extra Dry Millesimato) e l'altrettanto rara Marzemina Bianca (con cui si fa uno Spumante Brut).

Tra i vini prodotti in questi quindici ettari gonfi di storia, ci siamo concentrati sull'assaggio di Iconema, un nuovo vino a edizione limitata classificato come Tai Doc Piave ottenuto da un vigneto che risale all'inizio del Novecento e che Ca' di Rajo ha adottato (la proprietà è della famiglia Paladin) sostenendone la salvaguardia. Le uve sono state adagiate per 25 giorni su graticci e questo appassimento fornisce al vino complessità, eleganza, spessore.

Il colore è giallo dorato intenso, piuttosto scuro. Il naso è di frutta candita, zafferano, idrocarburi. La bocca piena, masticabile, ben lunga. Dell'annata 2017 sono state prodotte 3313 bottiglie da collezione e 100 magnum.

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