Caccia aperta agli storni ma solo a Brescia e Sondrio

I Verdi denunciano: «Legge illegittima Se arriverà la multa Ue pagheranno i 40 consiglieri che l’hanno votata»

Tempi duri per gli storni, soprattutto per gli esemplari che svolazzano in provincia di Brescia e di Sondrio. La stagione si apre il 16 settembre e i cacciatori bresciani e valtellinesi sono gli unici della Lombardia a essere autorizzati a sparare allo sturnus vulgaris anche appostati in capanni vaganti nascosti nel verde. Niente da fare, invece, per gli amanti della doppietta bergamaschi, che dovranno sfogarsi su peppole e fringuelli e, al limite, usare gli appostamenti fissi per centrare gli storni. Un tipo di caccia più difficile e che lascia alle prede maggiore possibilità di difesa. Le potenti lobby venatorie bresciane e valtellinesi sono riuscite lì dove le altre province lombarde hanno fallito. E così c’è il piccolo paradosso che lo stesso volatile può essere abbattuto solo se sorvola il lago d’Iseo nella direzione sbagliata.
Il provvedimento (che fa parte dei piani di prelievo venatorio in deroga per la stagione 2007/2008) ha ottenuto il via libera in Consiglio regionale il 27 luglio scorso e dà i numeri degli uccelli che possono essere impallinati per «prevenire gravi danni alle colture». Così è stato autorizzato per le peppole un prelievo massimo pari a 48mila esemplari e per i fringuelli pari a 336mila, effettuabile esclusivamente da parte di un numero di 16mila cacciatori che hanno optato entro il 30 giugno per la caccia da appostamento fisso. Per gli storni, invece, ciascun cacciatore è autorizzato a cacciare un numero massimo di 30 esemplari. Trattamento privilegiato, come si diceva, per i soli cacciatori di Brescia e Sondrio già inseriti nelle autorizzazioni, che avranno la possibilità di cacciare lo storno per un numero di 10 esemplari giornalieri e 30 annuali anche da capanno vagante.
A complicare le cose il rischio, denunciato dai Verdi, che sulla Lombardia si abbatta una multa da 10 milioni di euro da parte dell’Unione europea. Il capogruppo Carlo Monguzzi annuncia un ricorso alla Corte dei Conti per far sì che l’eventuale danno erariale causato dalle multe europee sia pagato dai consiglieri regionali che hanno votato a favore: 250mila euro per ciascuno dei quaranta sì arrivati in aula. «Come ogni anno, la Regione ha approvato una legge illegittima, tanto che l’Ue ha già aperto procedure di infrazione per le norme fotocopia approvate negli anni scorsi» spiega Monguzzi.


Di tutt’altro avviso l’azzurro Carlo Saffioti, che anzi lamenta gli eccessivi limiti nella caccia a peppole, fringuelli e storni: «Questa legge rende giustizia alle più nobili e antiche tradizioni venatorie lombarde, anche se il testo è molto più restrittivo e penalizzante rispetto a quello inizialmente proposto. Non riconoscere oggi queste tradizioni, tra cui anche la caccia, vuol dire non amare la Lombardia».

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