Cacciatelo, crede nel disegno divino. Ancora una volta sale questo coro contro Roberto de Mattei, vicepresidente del Cnr, studioso di valore ma cattolico integrale. Ogni volta che il professor De Mattei critica Darwin, l’evoluzionismo e il relativismo, combatte l’aborto e l’eutanasia, e infine sostiene che le catastrofi sono un castigo divino, i difensori della libertà e della tolleranza insorgono indignati non per criticarlo, come è comprensibile, ma per cacciarlo dal Cnr. La convinzione che le catastrofi siano un segno divino non è una trovata aberrante di de Mattei o di qualche setta integralista, ma è la fede che ha percorso per millenni non solo la dottrina cattolica, come sostiene lo stesso de Mattei, ma le principali tradizioni religiose del pianeta; ebraica, cristiana, islamica e pagana. In questi giorni si è parlato di collera divina e castigo celeste pure in Giappone, esente dai monoteismi.
È il rovescio della Divina Provvidenza: se credi che la mano divina intervenga pietosa nella storia, è coerente credere che intervenga anche per punire. Conosco de Mattei da una vita e mi ha sempre colpito, pur senza condividerla, la sua fedeltà intransigente alla dottrina cattolica. Non riesco a pensare un Dio immerso nella storia che assegna terremoti e salvataggi, premi e punizioni. Ma ha ancor meno senso una fede comoda e ruffiana con lieto fine, dove c’è il paradiso ma non c’è più l’inferno, o è vuoto.
È uscito in questi giorni un film terribile, «Non lasciarmi», dove un gruppo di cloni umani viene allevato per fornire pezzi di ricambio all’umanità. Dopo gli espianti d’organi, le loro giovani vite «completano » il loro corso, cioè muoiono. Ma quei cloni sono ragazzi e hanno emozioni, pensieri, amori, anima.
A pensarci, quel Dio crudele che manda catastrofi per liberare dal peccato è come quella Scienza crudele che manda a morire le sue creature per liberare dalle malattie.
Anche lo scientismo ateo ha le sue vittime ed esige, come il Dio del Vecchio Testamento, di sacrificare Isacco in suo nome. Che dite, cacciamo pure i ricercatori che credono nella Scienza assoluta, o più saggiamente puniamo le violazioni ma non le convinzioni?
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