Cagliari / Cellino-Pairetto, 28 giugno 2005

Intercettazione della telefonata tra il presidente del Cagliari, Massimo Cellino, e l'ex designatore degli arbitri Pairetto

Pairetto: «Pronto?».
Cellino: «Caro».
P: «Ciao».
C: «Ma che cagata ha fatto quest’imbecille di Abete?».
P: «Eh che vuoi che ti dica?».
C: «Sono incazzato nero, guarda. Io te l’avevo detto che c’era quest’intenzione, ti avevo chiamato per dirtelo, però non son mica fatti i giochi Gigi, non son mica fatti i giochi perché questa è una dichiarazione che è stata fatta a richiesta perché c’è stata una riunione venerdì, perché se io devo far star tranquilli i designatori e ho intenzione di cambiarli come ce l’avevano, te l’avevo detto, non vado a dirlo così. L’hanno fatto proprio volutamente per far scoppiare il casino, non si fanno queste cose, hanno indebolito la vostra posizione in un momento delicatissimo del campionato. Senza avere ancora la certezza di niente, perché..».
P: «Tanto Collina non lascia».
C: «Collina se vuole andare in Inghilterra che vada in Inghilterra».
P: «No, ma rimane qui, lui rimane qui, vedrai».
C: «Però io ho parlato di questo anche con Franco Carraro a me se parliamo di arbitri, ce le diciamo tutte allora, e gli ho detto caro Franco diciamo che la maggior parte dei nostri arbitri a 45 anni sono ancora dei bambini e è un peccato mandarli a casa, diciamoci la verità, gli ho detto. Allora valutiamo di allungare di due anni la carriera agli arbitri in base alle valutazioni di qualità e di forma fisica, e gliela allunghiamo, però io non allungo la vita a Collina perché se non gliela allungo va in Inghilterra a arbitrare, ma che vada in Inghilterra a arbitrare gli ho detto. Ecco qual è il concetto. Se vogliamo dire le cose come stanno». (...).
P: «E non mi piacciono queste cose, mi dan tanto fastidio a te e a Bergamo, tutto sommato, se devo essere sincero, avete lavorato bene, penso che non è giusto che vi trattino in questa maniera perché è sbagliato, far male al calcio questo. Secondo ti voglio dire una cosa Gigi. Come ti ho detto l’altra volta che c’era questa volontà e la nascondevano ti dico che i giochi devono essere ancora tutti fatti».
C: «Sì, sì, ma».
P: «Tutti fatti ancora, non è vero».
C: «Guarda io dico sempre che poi la pelle va venduta quando l’orso è morto».
P: «Tu vedrai cosa succederà nelle prossime settimane, a metà marzo».
C: «Bravo». (...).
C: «Il bersaglio come dicevamo prima quel povero di, come si chiama, che mi ha arbitrato la partita sabato».
P: «Tombolini».
C: «Sì, c’ha una sfiga addosso poverino, ha arbitrato una partita come mai l’ha arbitrata in vita sua, ha avuto la sfiga con quell’episodio lì...».
P: «Sì, un po’ dubbio, insomma...».
C: «Ma chi cazzo me ne frega? La sfiga l’ha avuta che ha segnato su quell’episodio lì, perché poteva andare la palla fuori poteva sbagliare il tiro».
P: «Questo ha fatto un gol incredibile Serginho perché novanta su cento i giocatori doveva andar fuori quella palla lì».
C: «È sfigato poverino, ha avuto la sfortuna perché fino a quel momento, ma anche quello non è un suo errore».
P: «Certo».
C: «Gigi non ho mai avuto una partita così ben diretta col Milan a San Siro perciò io ho paura perché lui è un po’ casalingo di indole». P: «No, no ha arbitrato molto bene».
C: «Si spaventa, e invece gli ho fatto i complimenti gli ho detto hai fatto bene».
P: «No, no me l’ha detto».
C: «Gli ho detto: guarda, credimi, ti do la mia parola, non sono arrabbiato, perché sono incazzato coi miei calciatori perché devono gestire la partita in maniera diversa».
P: «Sì, il tuo giocatore, incredibile, va a raccogliere quella palla, lasciala andare in calcio d’angolo, anzi tiragli un calcione dentro».
C: «Tombolini non ha colpa, e l’assistente non ha colpa, basta è stato sfortunato».
P: «È vero, è vero».
C: «Perciò bisogna anche essere critici qua. Mentre quel Di Marco che ho avuto a Brescia ne ha combinate di tutti i colori, ma di tutti i colori».
P: «E l’ho visto, lo so, ha sbagliato specialmente la prima, quel mani che ha valutato...».
C: «Poi è andato a puntare Budel a buttarlo fuori e non ha fatto niente. Lo stava puntando, capisci, lo ha rincorso e il ragazzo per poca roba».
P: «Era giovane è stata inesperienza, poca roba...».


C: «Speriamo bene, andate avanti e ricordati Gigi che io non sono uno che decide cosa succede là però ti posso dire solo una cosa io sapevo che c’era questa volontà dall’inizio dell’anno però ti garantisco che i giochi non sono ancora fatti, perciò andate avanti tranquilli, fate quello che state facendo».

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