Calabria, bufera eolico sull’Idv

Anche un uomo di Di Pietro nell’inchiesta sul parco di Crotone che vede già indagati due esponenti di spicco del Pd. Le nuvole si addensano su Loiero. Un superteste accusa: "Il mio 40% era per il presidente"

Calabria, bufera eolico sull’Idv

Soffia il vento, in arrivo la bufera. Dalle inchieste sul business dell’eolico in Calabria spuntano nomi sempre più «eccellenti». Dopo quello di Nicola Adamo (uomo simbolo del Pd calabrese nonché vicepresidente del consiglio regionale della vecchia giunta di centrosinistra) e Diego Tommasi (ex assessore all’Ambiente) entrambi indagati, ora è la volta di Agazio Loiero, che pur non essendo al momento ancora indagato viene tirato pesantemente in ballo dalla «gola profonda» della Procura di Catanzaro. Al trio si aggiunge il nome di uno degli uomini di fiducia di Antonio Di Pietro in Calabria, Antonio Domenico Vulcano, coordinatore del circolo Idv di Cirò Marina, indagato dal pm di Crotone, Pierpaolo Bruni, nella sua qualità di responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Melissa (Crotone) per falsità ideologica in atti pubblici e abuso d’ufficio. Per la Procura avrebbe falsamente attestato e certificato che sull’area interessata alla costruzione del parco eolico non c’erano vincoli ambientali e paesaggistici.

I nomi di Adamo e Tommasi compaiono in un’informativa della Procura di Paola (ora l’inchiesta è stata spostata a Catanzaro) che parlando del Grande Affare ipotizza una maxi tangente di 2 milioni e 400mila euro pagata per la costruzione del parco eolico di Isola Capo Rizzuto, vicino a Crotone. Gli inquirenti concentrano la loro attenzione sulle «linee guida» del piano eolico regionale, che sarebbero state modificate ad hoc, sostengono, per favorire gli amici imprenditori. In mano ai Pm c’è anche un’intercettazione telefonica tra Adamo e Tommasi del 26 ottobre 2006, dalla quale emerge - si legge nell’informativa - come i due «con un malcelato siparietto, cercano di scaricarsi la paternità delle responsabilità giudiziarie a loro addebitate (...). Si evince chiaramente che le note «linee guida» sono state formulate dagli onorevoli Tommasi ed Adamo, in questa intercettazione.

Tommasi: «Pronto?». Adamo: «Caro coindagato!». T: «L’hai capita compa’! Mi hanno annunciato un’informazione di garanzia». A: «Che cazzo conti?». T: «È sul Quotidiano (della Calabria, ndr). A: «Ma guarda che sono sicuro come la morte, infatti, sto chiamando a Sammarco...(omissis), è una vergogna, ma questo lo sai chi è? È tutto... questi mestatori alla Gentile... che ti dico i nomi, alla Morrone... hai capito?». T: «Uh - uh! Eh sì». A: «Hai capito! (...) la cosa che bisogna seguire qual è? La conferenza dei servizi... C’è stata la conferenza, io avrei imposto...». T: «Eh ma io non partecipo!». A: «Avrei imposto... solo questo avrei imposto a coso, quando c’ero io no! che si seguisse l’ordine cronologico a seconda dell’arrivo delle domande, chi arriva prima... hai capito? no? (...) e poi il rispetto della legge nella (incomprensibile)». T: «Peggio! Noi abbiamo fatto una cosa, no? (...) abbiamo... l’unica cosa politica che è stata fatta su questa partita... è stata fatta una delibera congiunta (...) fra i due assessorati per stabilire delle linee guida». A: «Che non c’erano». T: «Non c’erano... abbiamo fatto una delibera noi...(omissis) A: «Abbiamo fatto una cosa buona (...) abbiamo fatto una cosa buona!» T: «È la prima Regione d’Italia che ha fatto una cosa del genere (...) possono essere discutibili... potevano essere più restrittive o più allargate...cose...». A: «Certo! Non c’erano proprio! Non c’erano proprio». T: «No, ed è la prima Regione d’Italia che fa questa cosa (...) quindi l’unico atto che politicamente è stato fatto è questo, il resto è tutta gestione tecnica, tecnica dovuta tra l’altro (...). Si può bocciare... si può approvare... ma questi sono cazzi... sono cazzi delle commissioni che sono tecniche e non politiche». A: «Che pare che scarichi responsabilità, non è questo il problema».
Il nome di Loiero, assieme a quello che viene definito un suo amico imprenditore, Antonio Speziali, viene invece fatto dal superteste in questo contesto: «Il mio 40 per cento (...) per bocca di Speziale, era del presidente della Regione, Agazio Loiero (...) me lo ha detto il giorno prima che si doveva stipulare il contratto (...). Io da parte di Speziali ho avuto una conferma... Giancarlo D’Agni (uomo di fiducia di Adamo e indagato nell’inchiesta, ndr)... mi disse... caro (omissis) i parchi sono passati in quanto l’ho voluto io, che sono Nicola... non ti dimenticare che... per fare le modifiche al piano Eolico, si è dovuto raggiungere un accordo, tra Nicola e il presidente... siamo stati fino alle 3 a fare le modifiche al piano eolico per filo e per segno come suggerito da Roma... quindi noi dobbiamo pagare un prezzo... Loiero, Adamo... lì hanno raggiunto un accordo (...

) che loro prendevano il 40 per cento a testa... dei famosi impianti che (omissis) aveva sviluppato... me lo ha detto prima D’Agni e poi me lo ha confermato Speziali». Sia Loiero sia Speziali hanno rispedito al mittente ogni accusa.

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