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Calabria, frode fiscale nella gestione dei rifiuti: indagati assessore all'ambiente e commissario

Sequestrati 90 milioni di euro agli imprenditori che operano nel settore della gestione dei rifiuti e dei vertici dell’ufficio del commissario per l’emergenza ambientale della regione. Indagati l'assessore Francesco Pugliano e il commissario per l’emergenza Graziano Melandri

Calabria, frode fiscale nella gestione dei rifiuti: 
indagati assessore all'ambiente e commissario

Catanzaro - La guardia di finanza di Catanzaro ha sequestrato 90 milioni di euro nei confronti di imprenditori che operano nel settore della gestione dei rifiuti e dei vertici dell’ufficio del commissario per l’emergenza ambientale della regione Calabria. Nell’inchiesta della guardia di finanza sono coinvolte sei persone accusate di sottrazione fraudolenta di imposte.

L'operazione delle Fiamme Gialle Il sequestro dei beni è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Maria Rosaria Di Girolamo, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Carlo Villani che dirige le indagini della guardia di finanza. I finanzieri hanno scoperto che i tre imprenditori, titolari della società che gestisce la discarica di Alli di Catanzaro, avevano costituito una serie di nuove aziende per evitare di pagare le imposte all’erario. Alle nuove società venivano ceduti crediti e le attività da svolgere mentre i debiti restavano nelle vecchie aziende. Alle nuove società, pur non avendo le specifiche competenze, l’ufficio del commissario per l’emergenza ambientale ha comunque liquidato ingenti somme di denaro.

Le persone indagate L’assessore regionale all’ambiente, Francesco Pugliano, è indagato nell’ambito dell’inchiesta. In qualità di ex sub commissario delegato per l’emergenza ambientale, è coinvolto anche l’attuale commissario per l’emergenza ambientale in Calabria, Graziano Melandri. In particolare l’accusa contesta a Pugliano di aver emesso una serie di ordinanze con le quali ha liquidato alla società Enertech, che gestisce la discarica di Alli di Catanzaro, la somma complessiva di 1 milione e 642 mila euro. La società avrebbe incassato i fondi pur non avendo alcuna competenza per la gestione della discarica. La Enertech, secondo l’accusa, era una delle società costituite per consentire evadere le imposte. Al commissario per l’emergenza ambientale della Calabria, Graziano Melandri, viene contestato di aver emesso quattro ordinanze con le quali ha liquidato sempre alla società Enertech la somma complessiva di 1 milione e 335 mila euro. Nell’inchiesta è coinvolto anche un funzionario dell’Ufficio del commissario per l’emergenza ambientale, Domenico Richichi. A quest’ultimo la procura contesta, nella qualità di responsabile unico del procedimento della gestione della discarica di Alli (Catanzaro), di aver proposto l’adozione delle ordinanze firmate da Pugliano e Melandri. I tre imprenditori coinvolti nelle indagini sono Stefano Gavioli, 64 anni, di Treviso; Loris Zerbin 50 anni, di Campolongo Maggiore (Venezia) e Giovanni Faggiano, 52 anni, di Brindisi.

L’accusa sostiene che i tre imprenditori hanno costituito una serie di società attraverso le quali evadevano il pagamento delle imposte.

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