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Dal calcio al “martirio”: addio al libanese Kassem Shamkha

È morto Kassem Shamkha, il centrocampista libanese che aveva lasciato il rettangolo verde per combattere lo Stato islamico con Hezbollah

Dal calcio al “martirio”: addio al libanese Kassem Shamkha

E’ morto Kassem Shamkha, giovane promessa del calcio libanese che ha scelto di interrompere la carriera sportiva per combattere in Siria, come volontario, con le milizie sciite di Hezbollah.

Della dinamica della morte di Kassem Shamkha si conoscono pochissimi dettagli. Stando a quello che ha raccontato una fonte anonima ad Agence France-Press, il giocatore libanese è stato ucciso “giovedì scorso mentre stava respingendo un attacco dei ribelli su Aleppo occidentale”. Il centrocampista diciannovenne, originario della periferia di Beirut, militava dal 2009 tra le file del Al-Ahed Sport Club – team libanese storicamente legato al partito di Hassan Nasrallah – che, in un post apparso su Facebook, annuncia “con grande orgoglio e onore la scomparsa dell’amato e fiero martire Kassem Shamkha, ucciso mentre difendeva la nostra nazione e la nostra terra dai terroristi takfiri”.

L’ultima immagine di Shamkha risale allo scorso giungo e lo raffigura sorridente, capelli color corvino e sguardo vispo, mentre bacia orgoglioso la “Youth Cup”. Quello scatto – in cui il giovane calciatore sembra avere tutta la vita davanti – segna la sua ultima apparizione sportiva prima del viaggio senza ritorno che, dal rettangolo verde, lo condurrà sino alla prima linea siriana.

“Passerà alla storia nei registri del club, perché era un eroe sul campo di calcio, proprio come sul campo di battaglia in difesa della patria”, ha dichiarato Mohammad Assi, segretario generale di Al-Ahed, confermando l’affinità che lega la dirigenza sportiva e la squadra alla linea politica di Hezbollah che ha scelto di intervenire in Siria proprio per evitare lo sconfinamento, attraverso la valle della Beka’a, del cancro jihadista nel “Paese dei cedri”.

Ma Shamkha non è la sola promessa dello sport prematuramente scomparsa dalla geografia del pallone per imbracciare un fucile.

A differenza dei suoi predecessori, però, il giovane libanese ha perso la vita nel tentativo di contrastare lo Stato islamico e non, come nel caso di Burak Karan, ex promessa della Germania Under 17, morta nel 2013 ad Azaz, in Siria, per sostenere il folle disegno egemonico di Al-Baghdadi.

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