Calcio, la polemica di Capello: "In Italia comandano gli ultrà"

L'allenatore, ora ct della Nazionale inglese, in un convegno a Coverciano si lascia andare a dichiarazioni forti sull'Italia: "I tifosi violenti fanno ciò che vogliono". Prandelli: "D'accordo con lui". Abete: "I risultati parlano, la violenza diminuisce"

Calcio, la polemica di Capello: 
"In Italia comandano gli ultrà"

Coverciano - "Qui comandano gli ultrà e fanno quello che vogliono. Mi dispiace: eppure sarebbe sufficiente avere il coraggio di applicare la legge" ha detto l’allenatore della nazionale inglese Fabio Capello rispondendo a una domanda durante il seminario per giornalisti sportivi organizzato dall’Ussi al centro tecnico di Coverciano, a Firenze. "Certe cose che dovrebbero essere vietate continuano a essere fatte. Qui da noi ci sono leggi che non vengono applicate. Per colpa degli ultras vengono penalizzati gli altri tifosi ed è bruttissimo vedere che i bambini negli stadi sono sempre meno" prosegue Capello. "Per raddrizzare la situazione bisogna avere il coraggio di applicare le leggi. All’estero vengono ammirati i risultati dell’Italia, che è campione del mondo. Inghilterra, Spagna e Germania però hanno gli stadi pieni. Noi, invece, no. Per questo bisogna capire che c’è una malattia e bisogna trovare la cura giusta per risolvere il problema" aggiunge Capello. "Avevano detto basta striscioni, e invece negli stadi gli striscioni ci sono. Mai più oggetti e piove di tutto". Una realtà che "andrebbe affrontata con maggior rigore e disciplina". Tra i tanti aneddoti, Capello ha raccontato di quando, in Spagna, un tifoso gli tirò una pallina di carta: "In pochissimo tempo è stato prelevato dalla polizia e allontanato. E si trattava di una pallina di carta". Quindi "credo che bisogna prendere una decisione, con coraggio. A partire dalle società".

Prandelli con Capello La sua Fiorentina è immune da questo problema, ma Cesare Prandelli si dice "perfettamente d’accordo" con il dell’Inghilterra, secondo cui "nel calcio italiano dominano gli ultrà". "Fortunatamente in questi anni a Firenze è stato straordinario il rapporto con la tifoseria - ha spiegato Prandelli, dopo aver ricevuto il premio Facchetti -, soprattutto grazie alla proprietà che da subito ha reso chiaro che certi comportamenti non sarebbero stati accettati".

La replica di Abete "Non corrisponde alla realtà" l’immagine di un calcio italiano in cui comandano solo gli ultrà: è quanto ha detto il presidente della Figc Giancarlo Abete, commentando le parole di Capello. In Italia comandano gli ultrà e non si riesce a far applicare la legge? "Non è una domanda che andrebbe fatta a me ma ai soggetti che hanno la titolarità dell’ordine all’interno degli stadi - ha detto Abete a Milano, a margine della consegna del Premio Facchetti -. Se attraverso un modo di esprimersi forte si vuol dire che c’è un’immagine del tifo italiano che è troppo contrassegnata da un gruppo comunque limitato di ultras che stanno al di fuori della legge, visto che ce ne sono anche all’interno delle regole sportive, questo ha un senso. Se si vuole dire che in qualche modo esiste una realtà in cui comandano solo gli ultras, questo non corrisponde alla realtà. Peraltro - ha aggiunto Abete - le situazioni devono migliorare, ma sono già migliorate perché il trend della gestione all’interno degli stadi è migliorata, come dicono i dati del ministero dell’Interno. Poi è evidente che bisogna cercare di mantenere una situazione di tolate contrapposizione nei confronti di coloro quali intendono lo stadio come arena" Abete ha poi ricordato che "la posizione della federazione sempre a favore della tessera del tifoso, valutata come un’opportunità e non come una schedatura, è in linea con lo sforzo che tutti dobbiamo fare affinchè il clima sia più sereno all’interno degli stadi".

Petrucci non ci sta "È troppo facile parlare dall’ alto. Sono dichiarazioni che non mi entusiasmano e lasciano il tempo che trovano".

Così il presidente del Coni Gianni Petrucci ha commentato le frasi di Capello: "Ha allenato in Italia, lo stimo, ma non mi piace quando qualcuno va all’estero e si mette a dare giudizi sul Paese che ha lasciato temporaneamente - ha detto Petrucci ai microfoni di Sky -. Le sue sono dichiarazioni che lasciano il tempo che trovano, è troppo facile parlare dall’alto, e non serve a nulla".

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