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"15 punti per la Juve sono troppi...". Il dietrofront dell'accusa sul caso plusvalenze

Il procuratore generale Taucer ha suggerito il rinvio alla Corte di Appello federale. Il club bianconero ha chiesto l'annullamento della sentenza sul -15. Ecco cosa può succedere

"15 punti per la Juventus sono troppi...". Il dietrofront dell'accusa sul caso plusvalenze
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Il giorno del giudizio per la Juventus è arrivato. È durata quasi tre ore l’udienza davanti al Collegio di Garanzia presso il Coni, chiamata a decidere sul ricorso dei bianconeri contro la sentenza della Corte federale d’Appello che il 20 gennaio ha inflitto 15 punti di penalizzazione al club e dato pesanti inibizioni ai suoi dirigenti.

Si attende dunque la pronuncia del Collegio, presieduto da Gabriella Palmieri Sandulli e in quest’occasione a Sezioni Unite, riunito in camera di consiglio. Nella sostanza la Juve ha chiesto l’annullamento senza rinvio, mentre il procuratore generale Taucer ha suggerito a sorpresa proprio"il rinvio alla Corte d’Appello per l’esistenza di una carenza di motivazione riguardo la penalizzazione dei punti, che deve essere valutata in un nuovo processo". A questo punto appare molto difficile che il Collegio respinga in toto il ricorso bianconero: le alternative sembrano l’accoglimento e la restituzione definitiva del 15 punti o il rinvio alla Corte con la momentanea restituzione di tutti i punti in attesa del nuovo giudizio.

Si tratta del terzo e ultimo grado di giudizio, di fatto la Cassazione della giustizia sportiva, e come tale chiamata a giudicare non il merito ma la legittimità giuridica delle decisioni di grado precedente. Una decisione che cambierebbe totalmente il campionato della squadra di Allegri. Qualora fosse respinto il ricorso la Juve resterebbe settima a 44 punti, a -9 dalla zona Champions. In caso di accoglimento invece i bianconeri salirebbero al terzo posto a 59 punti, a -2 dalla Lazio seconda e a +6 sul quinto posto.

Chi giudica la Juventus

Le Sezioni Unite sono presiedute dalla presidente del Collegio di Garanzia del Coni, Gabriella Palmeri Sandulli, coadiuvata dai presidenti di tutte le sezioni: Vito Branca, attilio Zimatore, Massimo Zaccheo e Dante D'Alessio. La Juventus è rappresentata dai propri legali così come gli altri protagonisti che hanno subito squalifiche e inibizioni nel processo che ha revocato le assoluzioni della scorsa prima vera riaprendo il caso. Discussi e poi esaminati anche i ricorsi presentati dagli ex dirigenti Andrea Agnelli, Fabio Paratici, Pavel Nedved, Paolo Garimberti, Assia Grazioli-Venier, Caitlin Mary Hughes, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio, Enrico Vellano, Maurizio Arrivabene, Federico Cherubini. La Figc non si è costituita e quindi il procuratore generale dello Sport Ugo Taucer sarà la controparte della Juve nel procedimento.

Le tre ipotesi

Tre sono le possibili strade di uscita dall’udienza. Uno, rigettare il ricorso della Juventus e confermare la sentenza del -15 deciso dalla Corte d’Appello Federale. Due, accogliere il ricorso della Juventus e annullare il -15 nel caso di errori formali o procedurali nella formazione della sentenza nei gradi precedenti di giudizio. La terza via era quella del rinvio alla Corte d’Appello Federale per correggere eventuali vizi indicati dal Collegio di Garanzia e alla luce di questi riesaminare il procedimento, giungere a una nuova sentenza e scrivere nuove motivazioni, che può voler significare anche (o anche no) una riformulazione in termini diversi della condanna. In quest'ultimo caso i 15 punti sarebbero stati restituiti, in attesa del nuovo pronunciamento.

La difesa dei Bianconeri

Secondo i legali bianconeri nella sentenza della Corte Federale ci sarebbe stata una violazione delle norme di diritto. Contestano la legittimità della riapertuta con revoca di assoluzione del processo in assenza di fatti nuovi, l'introduzione di capi d'accusa (l'art.4 sulla slealtà sportiva) e circostanza (lo scambio Arthur-Pjanic), non presenti nel dispositivo di deferimento, la compressione del diritto di difesa, l'assenza di principi del giusto processo, la mancata esibizione in corso di procedimento delle Carte Covisoc, ottenute con ricorso al Tar del Lazio e per ultimo l'assenza di un percorso logico trasparente, che abbia motivato la Corte sia arrivata a quantificare i 15 punti di penalizzazione da infliggere alla squadra di Allegri.

"La sentenza impugnata è sbagliata, piena di errori, per questo chiediamo l'annullamento senza rinvio. La Juventus per le plusvalenze è già stata prosciolta con sentenza definitiva del maggio '22". Lo ha detto Maurizio Bellacosa, legale della Juventus, nel corso del dibattimento. "Cosa è cambiato? Sono arrivate le 14mila pagine degli atti di Torino, ma davvero c'è qualcosa che fornisca prova dei valori gonfiati? No, c'è solo un contesto generale. Nulla che cambi il proscioglimento di maggio 2022".

La Procura chiede il rinvio alla Corte

"Mi sento di dire che l’operato della Procura è stato corretto e recepito dalla Corte federale di appello nel giudizio di revocazione". Lo ha detto nel suo intervento il Procuratore generale dello Sport Ugo Taucer durante il Collegio di Garanzia presso il Coni sul -15 alla Juventus. "Mi sento di affermare che le motivazioni di controparte non colgono il punto, riterrei di confermare l’ipotesi accusatoria e quindi sono per l’inammissibilità della pronuncia, ma mi soffermo su una eccezione: rispetto all'applicazione dell'articolo 4 temo effettivamente che ci sia una infondatezza rispetto ai punti comminati alla squadra e ci sia carenza di motivazioni che vada valutata in un nuovo giudizio".

Gli scenari

Quello sulle plusvalenze è solo il primo filone della giustizia sportiva nato dall’inchiesta Prisma della Procura di Torino sul fronte penale. Del secondo, che riguarda partnership con altri club, rapporti con gli agenti e soprattutto la contestata contabilizzazione delle due manovre stipendi, la Procura Federale ha appena chiuso il fascicolo sportivo il 12 aprile. Le difese hanno 15 giorni per presentare memorie o chiedere di essere sentite, entro un mese arriverà il deferimento e poi sarà fissata l’udienza.

Ma nel frattempo gli accusati possono chiedere il patteggiamento, con una riduzione fino alla metà della pena se prima del deferimento, o fino a un terzo della pena se dopo il deferimento.

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