Calcio

Addio a Just Fontaine, il miglior marcatore di sempre in un Mondiale

Il leggendario attaccante francese aveva 89 anni. È passato alla storia ai Mondiali del 1958, in Svezia, quandò segno 13 reti

Addio a Just Fontaine, il miglior marcatore di sempre in un Mondiale

Il mondo del calcio piange la scomparsa di Just Fontaine. Aveva 89 anni. Il suo nome è ancora oggi legato al record di gol realizzati in una singola edizione del Mondiale: 13 in sei partite con la maglia della Francia. Era il 1958 e in Svezia trionfò il Brasile del primo Pelé. Insieme a Kopa, Platini e Zidane è ritenuto uno dei giocatori più importanti della storia del calcio francese.

Da Pelè a Ronaldo, passando per Gerd Muller ed Eusebio, fino a Maradona e Messi, ci hanno provato tutti i più grandi della storia del calcio a superare il suo record senza però riuscirci. Un’impresa che come le edizioni successive hanno fatto intendere, rischia fortemente di rivelarsi ineguagliabile e che gli assicura un posto d'onore tra le leggende del calcio.

Quel leggendario Mondiale '58

Era il 30 luglio 1953 quando sbarca a Nizza da un piroscafo salpato da Casablanca, con in tasca un contratto che gli garantisce un ingaggio di 18 mila franchi e 800 franchi come stipendio mensile. La Costa Azzurra comincia ad andargli stretta e nell'estate del 1956 lo Stade de Reims, allora club-faro di Francia, pensa a lui per placare una piazza in subbuglio per il trasferimento di Raymond Kopa al Real Madrid. Nel Reims avviene la definitiva consacrazione di Fontaine. La stagione 1957-58 di Just è talmente brillante che diventa impossibile escluderlo dal Mondiale. I suoi gol, sono determinanti per condurre il Reims al titolo e alla Coppa di Francia, primo double nella storia del club. Fontaine parte per la Svezia come titolare e anche per non urtare la suscettibilita di Kopa, gli viene assegnata la maglia numero 8.

Fisicamente, può ricordare un altro straordinario goleador, il tedesco Gerd Muller: baricentro molto basso, capace di arresti improvvisi e scatti secchi che disorientano i difensori, potendo poi calciare indifferentemente con entrambi i piedi, forte e preciso. E la sua intesa con Kopa si rivela micidiale. Mobile e opportunista, Fontaine approfitta implacabilmente di ogni palla-gol nelle sue vicinanze e, accanto a un certo Pelè, diventa l’immagine di quel Mondiale. Il festival di Fontaine inizia contro il Paraguay (3 gol), per proseguire contro Jugoslavia (2 gol), Scozia (1 gol), Irlanda del Nord (2 gol) e Brasile (1 gol), con la Francia sconfitta in semifinale dai futuri campioni brasiliani, ma con Fontaine che si consola nella finale per il 3 posto contro la Germania Ovest (4 gol). Il totale è cosi di 13 reti: 8 di destro, 4 di sinistro e una di testa, non manca davvero nulla.

E se Kopa afferma che Just è stato "il miglior attaccante" del Mondiale, Pelè lo incorona addirittura "il miglior giocatore" punto. A quel tempo, però, non esistono nè Scarpa d’oro nè Pallone d’oro e la semplice ricompensa che gli organizzatori svedesi e la Fifa danno a Fontaine è una simbolica carabina di precisione. Partito come comprimario, Fontaine rientra in Francia come eroe. Diventa l’oggetto del desiderio di Real Madrid e Barcellona, ma il Reims gli garantisce un nuovo contratto, stavolta principesco, nell’intento di vincere la Coppa dei Campioni. E ci va molto vicino, perdendo (0-2, proprio contro il Real di Kopa, Di Stefano e Gento) la finale dell’edizione 1958-59, di cui comunque Fontaine è capocannoniere con 10 reti. Diventa in breve uno dei simboli della Francia, un mostro sacro che attira le folle anche sfruttando commercialmente la padronanza delle lingue e una voce calda e intonata per cantare nei locali notturni di Parigi il miglior repertorio di Frank Sinatra e Dean Martin.

Sul più bello però il destino gli tende un terribile. Il 20 marzo 1960 durante una partita col Sochaux si frattura tibia e perone della gamba sinistra. Recupera in fretta, forse troppo, ma dopo poco la gamba gli cede ancora e inizia un lungo calvario di speranze e delusioni, ritorni e nuove interruzioni. Una straordinaria forza di volonta non basta e il 6 luglio 1962 annuncia la fine della sua carriera. Spettacolare e fulminante come lo sono stati i suoi gol: 27 in sole 20 presenze in nazionale. E tutta la Francia piange con lui.

In pochi anni, però diventa allenatore, riuscendo addirittura a diventare citti della Francia nel 1967 e tecnico del Paris Saint-Germain nel 1973. Ultima panchina conosciuta: dal 1979 al 1981 la Nazionale del suo Marocco, un ritorno alle origini, perfetto per chiudere il cerchio magico di Fontaine, che rimarrà sempre conosciuto come colui che fece ombra a Pelè.

Insomma roba da leggende.

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