È sembrata una riedizione del corto muso applicata in forma moderna e invece è stato soprattutto il festival dei gol persi, da una parte (Roma nel primo tempo) e dall'altra (Milan nella ripresa). Così ha ripreso il volo Max Allegri nella domenica più triste della sua carriera per la morte di Giovanni Galeone e può finalmente cogliere dalla prova di tre formidabili attori qualche segnale di rinascita. Maignan, Leao e Saelemaekers si sono guadagnati la prima pagina con le rispettive performance, capaci di raccontare l'altra faccia della medaglia rossonera. Al portiere francese deve aver fatto non bene ma benissimo l'incontro col preparatore dei portieri Claudio Filippi («il più bravo che c'è in circolazione» sostiene Max), decisivo nel convincerlo a restare a Milanello e poi a istruirlo per parare anche qualche rigore, specie se si tratta di Dybala incrociato a Torino ai tempi della Juve. A svelare il retroscena è Marchegiani, portiere ai suoi tempi, allevato al Chievo e alla particolare attività dagli undici metri. «Di rigori ne parai 5 con lui» il ricordo dell'opinionista di Sky.
«È troppo presto per sognare lo scudetto» ha sostenuto Mike col contratto in scadenza e tentato dall'ideuzza di piantare nuove radici in giro per l'Europa. Se Maignan è riuscito a difendere alla fine il tesoretto creato da Leao, è da Leao che il Milan deve sempre passare - in assenza di Rabiot e Pulisic, Gimenez ed Estupinan, Jashari - per regalarsi una notte da nuovo protagonista grazie ai suoi strappi, alle sue accelerazioni e ai suoi assist, previsti in anticipo da Tare («Rafa ci ha promesso una grande partita» la frase prima della sfida). Persino l'esultanza eccessiva di Saelemaekers, sotto gli occhi di Guida (che poi lo redarguisce con un calcetto; ndr) è il sigillo finale offerto dai tre protagonisti complici della precedente cavalcata tricolore (maggio 2022). «Ricordatevi che sabato andremo a Parma, altra neo-promossa dopo Cremonese e Pisa» la frase del congedo notturno di Max Allegri che pensa già al viaggio di sabato sera, con la possibilità di recuperare soltanto Pulisic della brigata finita in infermeria e magari in panchina Gimenez, torturato dagli acciacchi alla caviglia. Per gli ammiratori e i denigratori di Max c'è anche il particolare raccontato da Pavlovic (secondo gol della stagione capace di chiudere il cerchio di una domenica speciale). Ha spiegato il serbo: «Ascolto molto i suoi consigli, sono migliorato da quando è arrivato lui a Milanello». Sarà.
La verità è che il Milan della prima mezz'ora è stato troppo arrendevole e disordinato per meritarsi citazioni e poi eccessivamente sciupone per non rischiare alla fine di farsi raggiungere dal rigore di Dybala. Questo ondeggiare da una sponda all'altra del risultato, è il segno che il lavoro per il nuovo Milan è appena cominciato. E che per arrivare a marzo c'è ancora tantissima strada da fare.