“Un crollo inspiegabile”, “c’è chi non vuole capire, ma è anche colpa mia”. Ovviamente con il dubitativo perché, quando si perde, probabilmente si dovrebbe parlare il meno possibile. Dura la vita degli allenatori, tendenti al trionfo quando vincono, con le mani messe bene avanti quando le cose non vanno male. Ovviamente per difesa: perché se le loro squadre non vanno, sono inevitabilmente i primi che pagano il conto. Con i giocatori che improvvisamente resuscitano appena arriva uno “che gli è già entrato nella testa”, slogan che vale per tutte le panchine, magari anche quelle dei loro predecessori quando erano salvatori della patria.
Il calcio vive di questo, e purtroppo la scena si ripete tutte le volte. Non sappiamo come finirà per i due tecnici che ieri hanno vissuto una cattiva giornata, però per fortuna a volte accade anche che il sottile filo degli allenatori precari a volte faccia un nodo indimenticabile. A Genova, per dire, il destino ha messo in campo la storia di due tecnici appena arrivati, uno contro l’altro nel disperato tentativo di risollevare le sorti delle loro neosquadre.
E’ finita con un pareggio, ma soprattutto con un lungo abbraccio tra i due dopo la partita, perché certi sopravvissuti non possono che darsi conforto. Insomma dciamolo: hanno vinto tutti e due. Anche se sembra impossibile.