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Boxing Day, il giorno speciale della Premier. Ma è davvero così mitico?

Come da lunga tradizione, Santo Stefano è il giorno preferito dagli amanti del calcio inglese. Nonostante non sia più così speciale, la giornata più amata della Premier League ha offerto tante gare davvero memorabili

Boxing Day, il giorno speciale della Premier è davvero così mitico?
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Il giorno di Santo Stefano alle nostre latitudini è ricordato più che altro per i gran mal di stomaco, le stanche camminate pomeridiane per smaltire i chili accumulati nei giorni precedenti e il pensiero fastidioso di dover rifare tutto per Capodanno. Dalla parte giusta della Manica, invece, il giorno dopo Natale si è costruito una reputazione leggendaria nel corso degli anni per offrire grande spettacolo sui campi di calcio. Sebbene il clima spesso non collabori, le partite del cosiddetto Boxing Day hanno un gusto sempre particolare, un misto tra nostalgia e aspettative, rese ancora più intriganti dall’eccesso di carboidrati. Anche se oggi non sembrano più così uniche, le gare di Santo Stefano della Premier sono affascinanti come poche.

La domanda viene spontanea: ma sono davvero così speciali o si tratta solo del solito marketing? Vediamo quindi alcuni numeri di questa tradizione britannica e ricordiamo alcune delle partite che hanno reso il Boxing Day una delle date segnate in rosso sul calendario degli amanti del gioco più bello del mondo.

Si segna davvero di più?

Una volta lo spettacolo degli infreddoliti tifosi inglesi che si affollavano nelle terraces dei vecchi stadi faceva venire un misto d’invidia e ammirazione a chi era abituato alla classica pausa invernale. Col tempo ci si iniziò ad accorgere che in questa giornata sui campi da gioco inglesi succedeva un po’ di tutto. Se lo chiedi ad un amante del calcio d’oltremanica, tutti saranno pronti a ricordare il Boxing Day più memorabile di sempre, quel 26 dicembre 1963 nel quale si segnarono la bellezza di 66 reti. Questo record, nell’era del calcio spezzatino, probabilmente non sarà mai battuto, anche perché avere nella stessa giornata il 10-2 del Fulham sull’Ipswich Town e l’8-2 dei Blackburn Rovers al Boleyn Ground contro il West Ham United è roba da non credersi. Eppure la tendenza di segnare reti a raffica nel Boxing Day non è del tutto scomparsa, come si è visto l’anno scorso, quando il Man City di Guardiola strapazzò per 6-3 il Leicester.

I colleghi di Opta, con la loro solita meticolosità, hanno analizzato a fondo i numeri di questa giornata speciale, giungendo a risultati abbastanza sorprendenti. Nell’era della Premier League, il 26 dicembre si sono segnati una media di 2,71 reti a partita: parecchio, ma non molto di più della media generale, che è infatti di 2,67. Questo spiega perché raggiungere gli assurdi picchi della stagione 1963 sembra francamente impossibile: il 26 dicembre più ricco di gol è stato quello del 1999, nel quale si segnarono 35 reti. Interessante, poi, come il risultato più amato dai tecnici italiani sia abbastanza raro nel Boxing Day: solo 30 delle 269 partite giocate dal 1992 ad oggi sono finite con uno 0-0. Cosa dire, poi, degli arbitri? Sono davvero più severi nel giorno di festa? Le differenze ci sono, ma davvero minime: il 26 dicembre ci sono una media di 0,15 cartellini rossi a partita, un decimo in più del normale e qualche fallo in più. Naturalmente ci sono anche le eccezioni, come una delle partite più mitiche di sempre, che vide ben tre cartellini rossi.

I signori del Boxing Day? Il Man United

Ripercorrendo le statistiche di questa giornata mitica, la squadra che ha sviluppato un’affinità particolare con le partite di Santo Stefano è il Manchester United. Dal 1992 ad oggi, i Red Devils hanno vinto 21 gare su 27, perdendone solo due. Il bottino accumulato dalla sponda rossa di Manchester è impressionante: 71 gol segnati, solo 27 concessi per un totale di 67 punti, 2,48 a partita. Come se la sono cavata i prossimi avversari dell’undici di Ten Hag, che sbarcheranno all’Old Trafford oggi pomeriggio? Decisamente peggio: l’Aston Villa ha vinto solo 5 gare su 25, un bottino di soli 0,84 punti a partita. Solitamente giocare nel Boxing Day porta bene alle capoliste, che hanno vinto 19 volte, pareggiato sei e perso solo 3 volte, il che è un buon segnale per l’Arsenal, secondo nella classifica delle squadre più vincenti di questa giornata particolare.

Come vanno le cose dall’altra parte della classifica? Decisamente male, visto che né il Bournemouth, né lo Sheffield United né il Brentford hanno mai vinto il 26 dicembre. Sorprendente l’allergia del Newcastle United, eliminato dal Milan in Champions: delle 24 partite giocate il Boxing Day ne hanno perse ben 15. Paradossalmente, in quanto a media punti a partita, la terza squadra dietro a Man United e Arsenal non è nemmeno in Premier League. Il Coventry, che ora sta lottando in Championship per tornare nella massima divisione, ha un record davvero niente male: nelle otto partite giocate il 26 dicembre hanno raccolto la bellezza di 17 punti, mettendo a referto ben cinque vittorie.

Il miglior marcatore? Harry Kane

Per cercare il calciatore che ha gonfiato più volte la rete nel Boxing Day, bisognerà andare un po’ lontano dalle bianche scogliere di Dover, precisamente nella capitale della Baviera. Prima di fare meraviglie all’Allianz Arena, Harry Kane aveva fatto la gioia dei tifosi degli Spurs, specialmente il 26 dicembre: nelle sette partite disputate ha infatti segnato la bellezza di dieci volte. Nessuno dei giocatori attualmente in attività nel massimo campionato inglese si avvicina al record del bomber del Tottenham. Nella storia della Premier League il secondo migliore è Robbie Fowler, che in più segnò ben sette delle sue nove reti nel Boxing Day lontano dalle mura amiche. Una rete indietro, due vere e proprie leggende del calcio inglese: Alan Shearer e Robbie Keane. Se la stella dei Blackburn Rovers amava infierire sul Manchester City, tanto da segnargli almeno un gol per due anni di fila, il talento irlandese segnò forse il suo gol più bello quando vestiva la maglia del Coventry City, un tocco malefico che trovò un Seaman non proprio impeccabile.

Negli ultimi anni anche il famoso Boxing Day è stato colpito dal male oscuro del calcio moderno, la tendenza a distribuire le gare quanto più possibile in diversi giorni per fare un favore alle pay tv. Ecco perché quest’oggi, nel campionato inglese si giocheranno solo cinque partite, con il resto della 19a giornata che si disputerà tra mercoledì e giovedì. Questo non potrà che diminuire il gran fascino di questa tradizione britannica ma, almeno a giudicare da quanto si è visto negli ultimi anni, gli amanti del calcio inglese potranno comunque aspettarsi parecchie sorprese. Delle 13 partite giocate negli ultimi due anni, ben otto hanno visto trionfare la squadra ospite, aprendo le porte alle speranze dei tifosi in trasferta. Basterà per mantenere viva l’indefinibile magia del 26 dicembre in salsa inglese?

Top 5: Sheffield-Man United (1992)

Per spiegare a chi non segue regolarmente il calcio inglese cosa voglia dire giocare il Boxing Day, iniziamo a ripercorrere alcune delle partite più memorabili dell’era della Premier League. Invece di azzardare una classifica, vi proponiamo cinque gare entusiasmanti, partendo proprio dal primo campionato della nuova era. Quando 21 anni fa le squadre della First Division decisero di mandare a spigare il resto della Football Association e creare un campionato tutto loro, tutti si aspettavano un grande spettacolo e lo scontro del 26 dicembre 1992 tra Sheffield Wednesday e Manchester United fece capire cosa ci si sarebbe potuti aspettare dalla nuova lega. I Red Devils non erano ancora diventati la schiacciasassi degli anni successivi, non vincevano uno scudetto da ben 26 anni, quando sulla panchina dell’Old Trafford sedeva il mitico Matt Busby. La proprietà dello United aveva trovato un tecnico capace, lo scozzese Alex Ferguson e si era appena aggiudicato un calciatore tanto lunatico quanto geniale che avrebbe riportato il sorriso alla sponda rossa di Manchester, un certo Eric Cantona.

La seconda squadra di Sheffield, però, aveva uno squadrone all’epoca, tanto da raggiungere le finali della Coppa di Lega e della FA Cup, venendo però battuto dall’Arsenal. Guidati dall’esperto Chris Waddle sulla fascia, il Wednesday fece esplodere tre volte il pubblico di Hillsborough in poco più di un’ora, costruendo un vantaggio che sembrava aver messo il risultato in ghiacciaia. Lo United di Fergie, però, stava costruendo le basi per quella che sarebbe diventata una squadra dominante e, poco alla volta, tornò in partita. Dopo le due reti di testa segnate in 13 minuti dal veterano Brian McClair, ci pensò Cantona a trovare il gol del pareggio definitivo all’84° minuto. Non fu il suo gol più bello ma il resto del mondo del calcio si sarebbe presto accorto di come i Red Devils non mollassero mai fino al triplice fischio. Chiedete al Bayern Monaco cosa succede a sottovalutarli. Non si sono ancora ripresi da quel gol di Solskjaer al Camp Nou che gli scippò la Champions in pieno recupero.

Top 5: Bolton-Newcastle (2002)

Il bello della Premier League è che, non importa se di fronte ci siano squadre delle quali non avete mai sentito parlare, possono venir fuori dei partitoni memorabili. Dopo 10 anni di crescita costante, il Boxing Day del 2002 sembrava non avere molto da offrire per chi si fosse avventurato fino al Reebok Stadium per assistere alla partita tra i Bolton Wanderers ed il Newcastle United. Sulla carta tra le due squadre non c’era nemmeno confronto, visto che una poteva schierare uno dei cannonieri più letali di tutti i tempi, un certo Alan Shearer. I mancuniani, però, guidati dall’esperto Sam Allardyce, non ne volevano sapere di capitolare e lo fecero capire già dopo 5 minuti, quando il talentuoso Jay-Jay Okocha piazzò una cannonata dove Shay Given non sarebbe mai potuto arrivare. La cosa non piacque nemmeno per un secondo a Shearer, che ci mise tre minuti tre per pareggiare i conti, grazie all’assist di Kieran Dyer.

Neanche il tempo di sistemare il pallone al centro che i Wanderers trovarono il modo di riportarsi in vantaggio: dopo aver fatto l’assist ad Okocha, il giamaicano Ricardo Gardner fece tutto da solo, segnando un gran gol su punizione. Prima di tornare negli spogliatoi, ci pensò poi Michael Ricketts a portare i Wanderers avanti 3-1, per la disperazione dei pochi tifosi arrivati dal Tyneside. D’accordo, un primo tempo storto capita a tutti, dopo una bella ramanzina da Bobby Robson vedrete come i Magpies metteranno sotto il malcapitato Bolton. Eppure le cose non girano, non sembra davvero giornata, specialmente quando Ricketts porta i padroni di casa sul 4-1. Con meno di 20 minuti per recuperare, ormai la partita è andata, no? Ci mancherebbe altro: prima ci pensa Shola Ameobi poi una sassata rabbiosa di Shearer che, nel giro di 8 minuti, riportano sotto lo United. A questo punto i Wanderers serrano i ranghi e riescono in qualche modo a portare a casa tre punti preziosi, pur dovendo fare a meno per circa mezz’ora dell’ex interista Youri Djorkaeff.

Top 5: Chelsea-Aston Villa (2007)

Se pensate che il finale di Bolton-Newcastle sia stato emozionante, aspettate che vi racconti cosa successe allo Stamford Bridge tra i Blues ed i Villans il 26 dicembre 2007. Si fa prima a dire cosa non sia successo in campo, visto che fu una partita davvero pazzesca. Il Chelsea di Avram Grant sembrava decisamente favorito ma la partenza dei londinesi fu assolutamente da dimenticare: l’undici di Martin O’Neill mise due gol nel primo tempo, entrambi segnati da Shaun Maloney, entrambi su papere del solitamente solidissimo Petr Cech, tanto da mettere a rischio la lunga striscia di risultati utili messi dal Chelsea tra le mura amiche. A rimettere in gioco i padroni di casa fu un fallo in area al quinto minuto di recupero, un fallaccio che costò a Zat Knight un rosso diretto e ad Andriy Shevchenko un raro gol coi Blues, anche se su rigore.

Se il primo tempo fu pazzesco, la ripresa non fu certo da meno e vide ancora l’ex milanista far esplodere di gioia lo Stamford Bridge: prima l’avanti ucraino pareggiò i conti, poi combinò con Alex per portare il Chelsea avanti 3-2. L’Aston Villa, però, non ne voleva sapere di mollare e trovò il pareggio solo sei minuti dopo, quando Ashley Young mise un altro ex milanista, Martin Laursen, in posizione ideale per segnare il 3-3. Se la partita certo non aveva annoiato nessuno, il finale fu talmente assurdo da mettere a rischio le coronarie degli spettatori. I tifosi di West London passarono dalla gioia assoluta all’88° minuto, quando Michael Ballack segnò un gran gol su punizione alla totale disperazione solo tre minuti dopo. Ashley Cole fece un evitabilissimo fallo di mano, beccandosi il secondo giallo e mandando sul dischetto Gareth Barry. Il centrocampista inglese gonfiò la rete, rovinando la festa del Chelsea, che comunque rimase imbattuto in casa. Nessuno riuscì a batterli in campionato ma il finale di stagione fu disastroso: nel giro di pochi giorni persero scudetto e Champions contro il Manchester United.

Top 5: Man United-Newcastle (2012)

L’ultimo Boxing Day del leggendario Sir Alex Ferguson fu una partita davvero memorabile ma non certo nella maniera che gli spettatori del Theatre of Dreams si aspettavano. In quell’anno di grazia 2012 le voci di un imminente addio del tecnico scozzese si inseguivano da tempo ma nessuno voleva crederci davvero. Di fronte avevano un Newcastle United che non era più la grande di qualche anno prima ma era sempre in grado di riservare pessime sorprese. Il pubblico presente difficilmente si dimenticherà quella partita che non sembrava aver pace. Ad aprire i conti furono gli ospiti con James Perch ma poi il difensore Jonny Evans fece, quasi letteralmente, il bello e il cattivo tempo: prima segnò il gol del pari, per regalare un’autorete agli ospiti tre minuti dopo.

Il secondo tempo fu altrettanto incredibile: prima Patrice Evra segnò il 2-2, neanche dieci minuti ci pensò Papiss Cissè a portare di nuovo avanti i bianconeri. Dal 70’ in avanti, si aprirono le porte dell’ennesima remuntada di un Man United che non mollava mai neanche per sbaglio. A compiere l’impresa furono due dei tanti talenti passati da quelle parti durante il regno di Ferguson: prima arrivò il pareggio di Robin van Persie a 20 minuti dalla fine, poi la rete che fece esplodere di gioia l’Old Trafford. Come successo tante altre volte, al 90’ Michael Carrick si fece largo e mise un cross dalla tre quarti, un regalo di Natale in ritardo per il Chicharito Hernandez. A festeggiare, ancora una volta, furono i Red Devils, che si ritrovarono avanti di 7 punti rispetto alla seconda. Il resto della stagione seguì la solita falsariga: gli altri ci provarono ma il titolo rimase a Manchester, regalando a Sir Alex il miglior finale di carriera immaginabile.

Top 5: Bournemouth-West Ham (2017)

Chiudiamo questa nostra piccola carrellata con una partita di soli sei anni fa ma che sembra venire da un’epoca diversa, quella del calcio inglese tutto “palla lunga e pedalare” e difese allegre. Quando il West Ham United si presentò al Vitality Stadium, nella graziosa città di mare di Bournemouth, pochi si sarebbero aspettati una partita del genere, sicuramente degna di entrare nella nostra classifica. Non fu certo una gara all’insegna della classe, delle giocate di fino ma, in quanto a determinazione ed intensità, nessuno se ne andò dallo stadio deluso. Come da tradizione ci furono tanti gol segnati, con James Collins che portò gli Hammers in vantaggio già nei primi minuti. I ragazzi di Eddie Howe, molti cresciuti nella prolifica academy, non mollarono, riuscendo prima a pareggiare con Dan Gosling e poi trovare il 2-1 grazie al talentuoso Nathan Ake.

Quando tutti si aspettavano una tranquilla vittoria delle Cherries, un talento molto noto alle nostre latitudini decise di ricordare a tutti di cosa sia capace quando è in giornata. A rivoltare la partita in otto minuti fu proprio l’interista Marko Arnautovic: prima approfittò di uno scivolone del solitamente ottimo portiere Asmir Begovic, poi mise la sua doppietta personale all’89° minuto, gettando nella disperazione gli spettatori della South Coast. Visto che la partita non era stata abbastanza pazzesca, in pieno recupero ci si mise anche il signor Stuart Attwell a complicare ulteriormente la situazione. Il fischietto inglese, conosciuto per le sue varie topiche in patria e in Europa, non si accorse che Callum Wilson, nel segnare il gol del definitivo 3-3 non solo era in netto fuorigioco ma aveva anche controllato il pallone con la mano. I tifosi londinesi se ne tornarono a casa maledicendo tutto e tutti, mentre i padroni di casa furono ben lieti di questo regalino inaspettato.

Succederà anche oggi qualcosa del genere? Vivremo anche oggi una partita memorabile, di quelle che i tifosi ricorderanno per anni ed anni. Chi lo sa? Il bello della Premier è che in campo può succedere davvero di tutto. Per scoprirlo non dovrete far altro che accendere la televisione e partecipare a questo vero e proprio rito collettivo.

Una cosa è certa: a vincere sarà il calcio e la tradizione. Buon divertimento a tutti!

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