Calcio

A Calzona basta una partita per riaccendere il Maradona

Buon esordio del nuovo tecnico del Napoli, che strappa un pareggio contro il Barcellona nell'andata degli ottavi. C'è però la grana Kvara, che non ha gradito la sostituzione

A Calzona basta una partita per riaccendere il Maradona

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Il Napoli di Francesco Calzona ha convinto subito il Maradona. Gli azzurri salvano la pelle nell'andata degli ottavi di Champions League contro il Barcellona, strappando in rimonta un pareggio casalingo agli uomini di Xavi. Dopo un primo tempo in cui Di Lorenzo e compagni soffrono il palleggio blaugrana, è Robert Lewandowski a portare avanti i catalani allo scoccare dell'ora di gioco, mentre Victor Osimhen gli risponde a 15 minuti dal 90', lasciando aperto il discorso qualificazione, in vista del ritorno in programma il 12 marzo.

Inizia così con un pari europeo l'avventura di Calzona sulla panchina azzurra a pochi giorni dall'esonero di Mazzarri, il secondo stagionale optato dal presidente Aurelio De Laurentiis dopo quello di Garcia. Una mossa coraggiosa, quella del patron azzurro, determinato a invertire il trend negativo delle ultime settimane. Ci sarà molto da lavorare per il nuovo tecnico, il Napoli ha tirato una sola volta in porta sul gol di Osimhen poi niente più. Ma di sicuro il risultato di ieri rappresenta un'iniezione di fiducia importante, in vista dei prossimi impegni. Anche i tifosi presenti al Maradona, premiando l'impegno della squadra con tanti applausi a fine partita.

La grana Kvara

In molti non hanno creduto ai loro occhi, quando al 68' Calzona ha tolto dal terreno di gioco Khvicha Kvaratskhelia per inserire Lindstrom. Uno stupore dettato non tanto da quanto fatto dal georgiano fino a quel momento (era stato tra i peggiori in campo), ma dallo status di intoccabile che il georgiano aveva sotto la gestione precedente. Una sorta di 'regola Mazzarri', che aveva stabilito gerarchie precise nel reparto offensivo.

La risposta data da Calzona a Sky è stata emblematica. Da questo momento si riparte tutti da zero: "Io in campo tengo i giocatori che fanno bene, non penso al nome. Politano ha fatto una partita strepitosa, l'ho tenuto in campo finché ho potuto perché stava facendo bene, stava difendendo molto bene con grande vigore. Per cui indipendentemente dal nome dei calciatori chi sta facendo bene sta in campo. Chi non fa tanto bene… ho un parco attaccanti di qualità dove posso fare le mie scelte, per cui non sono preoccupato".

E Kvara? Quando il georgiano vede il suo numero sulla lavagnetta elettronica la prende male. In un gesto c'è tutta la sua frustrazione per quella sostituzione che non gradisce affatto. Non va direttamente verso la panchina, preferisce abbandonare il campo passando dietro a una delle porte: tira via una delle fascette che ha ai polsi e la scaglia per terra con stizza. Abbassa la testa poi la alza di nuovo nervosamente, borbotta qualcosa, poi si contiene.

Qualche minuto dopo, arriva la rete del pareggio segnata da Osimhen, che placa le polemiche. Ma di sicuro da ieri è cambiato registro, perché i vari Lindstrom, Ngonge e gli stessi Raspadori e Traoré offrono al tecnico tante soluzioni alternative.

L'ha capito anche Kvara.

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