Champions, Barça-Inter 3-3: show, sorprese e il talento stellare di Yamal

L'Inter segna tre volte al Camp Nou ma non basta: il Barça rimonta con il baby fenomeno. Gol, errori e colpi di scena in un 3-3 folle che tiene tutto aperto per il ritorno a San Siro

Champions, Barça-Inter 3-3: show, sorprese e il talento stellare di Yamal
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Segnare tre gol fuori casa e non battere il Barcellona sembra una storia assurda ma questo è il calcio che vive di imprevisti e di genialità, 3 a 3 è un risultato pazzesco nel senso vero, il doppio vantaggio d’avvio dei nerazzurri ha spiazzato pronostici e avversari, straniti dal colpo di tacco elegante e perfido di Thuram e dal bis offerto in enspirada da Dumfries, dunque dai due uomini assenti nelle ultime malinconiche e negative partite dei milanesi che, sognando l’incredibile, hanno poi dovuto fare i conti con la montata lattea dei catalani e del suo neonato fuoriclasse Yamal.

Costui aveva finto, nel riscaldamento, un guaio muscolare alla coscia sinistra, era anche uscito dal campo prima dei compagni, gettando a terra il fratino coprimaglia, quasi il segnale della resa. Invece Yamal si è presentato purtroppo per l’Inter, ha costruito un gol fenomenale, ha colpito una traversa dopo una giocata da prestipedatore, ha portato ansia e scompiglio nella terza linea interista là dove Bisseck e Acerbi hanno concesso il pareggio assistendo come birilli alla combinazione Pedri-Raphina-Torres. Ha tenuto il pallone il Barcellona e si è capita la difficoltà tecnica, tattica e atletica degli uomini di Inzaghi a leggere e affrontare i disegni avversari. Male e inesistente il centrocampo interista, Barella-Chalanoglu annientati da DeJong-Pedri, quest’ultimo, classe 2002, assoluto padrone in mezzo.

L’uscita per infortunio di Lautaro non ha cambiato molto, l’argentino non era mai entrato in partita, nervoso e faticoso nei movimenti. Ma, come detto, il football non ha logica e coerenza, quando il crescendo catalano sembrava avere ormai demolito i progetti interisti, è arrivato il colpo della speranza improvvisa ancora con Dumfries la cui forza fisica ha sovrastato i ragazzi di Flick. Nemmeno il tempo di godere ai massimi è un altro segnale ha fatto intendere che l’apagòn, il black out, che aveva colpito la Spagna due giorni fa, non ha interessato Barcellona e l’area del Montjuic, Raphinha ha tirato una stangata, così si diceva e scriveva una volta, che è rimbalzata sulla traversa e poi sulla schiena di Sommer, 3 a 3.

Il pari, stranamente, ha come frenato il Barcellona in evidente riserva dopo i supplementari della coppa del re contro il Real Madrid, l’Inter ha fiutato l’aria buona ma gioco anche senza più una logica tattica e soltanto episodi isolati, iniziative individuali, fuochi pirotecnici di Yamal che a 17 anni ripete gesti e gesta di Pelé, Cruyff, Maradona alla stessa età, dunque assoluti protagonisti della storia mondiale del football, tecnica

assoluta, dribbling,tiro, una certa indolenza dovuta all’età precoce. Risultato finale di premesse e promesse per il ritorno a San Siro, quando non ci sarà forse Lautaro ma tornerà Lewandoski. Tutto da giocare, tutto da vedere.

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