Contrordine arbitri: il Var non deve imporre la decisione all’arbitro che resta l’unico dominus della partita. Forse, per correggere una frase espressa qualche settimana prima (in occasione di Fiorentina- Juve dopo il rigore su Vlahovic revocato: «meglio una revisione in più che una in meno »), Gianluca Rocchi nel presentare le cifre della stagione ha tracciato con decisione il corso tecnico. Ogni riferimento al varista Di Paolo di Milan- Lazio che ha provato a condizionare l’arbitro debuttante Collu è sottinteso. Così come, a proposito delle obiezioni sugli interventi del Var, per Rocchi «un errore è sempre un errore», in qualche modo ridimensionando il concetto dell’esclusivo intervento solo in caso di «chiaro ed evidente errore». Altra raccomandazione riservata a tutti, arbitri e varisti: guardare la dinamica delle azioni e non lasciarsi ingannare dal fermo immagine. In questa fattispecie il caso di Verona-Atalanta con rigore reclamato da Palladino e non concesso per mancanza della prova inequivocabile del tocco di mano è diventato di scuola.
Altri due gli orientamenti emersi: uno, favorevole, in vista della modifica sui calciatori che richiedono l’intervento medico («ok a lasciarli fuori dalla partita per due minuti» la posizione di Rocchi); l’altro da parte della Lega di serie A con l’intervento di Andrea Butti il quale ha precisato l’indisponibilità a tornare indietro a proposito dell’annuncio dell’arbitro dopo la revisione.