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Derby d’Italia: stop battute... si "riderà" in campo

Inzaghi non ha replicato a Max (ma Marotta sì). Tra Inter e Juve è sfida anche sull’«adesione» alla Superlega

Derby d’Italia: stop battute... si "riderà" in campo

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Ci siamo, quasi. Oggi le parole, domani i fatti. Allegri ha promesso di mordersi la lingua, rinunciando al gusto molto livornese per la battuta. Ci proverà, ma non è detto che ci riesca. Inzaghi non gli ha mai risposto, ci ha sempre pensato Marotta, ma anche lui stavolta dovrebbe stare lontano dal pozzo. Acqua già sufficientemente avvelenata tra guardie e ladri, arbitri e Var, Maresca in campo e Orsato sul divano. E Sinner, almeno qui, lasciamolo in pace. Scorra in fretta la vigilia e che finalmente si giochi.

Formazioni fatte. Inter scontata, la Juve un po’ meno perché resta da capire chi giocherà fra Yildiz e Chiesa. Ma il dubbio è tutto di chi osserva, non certo di Allegri, contento di recuperare finalmente Rabiot. Dentro ovviamente Danilo, risparmiato con l’Empoli perché diffidato. Inzaghi con l’abito bello, cioè la ThuLa in grande forma più il centrocampo titolare. Anche per l’Inter un piccolo dubbio per gli aitri: chi dall’inizio fra Darmian e Dumfries, ma anche qui, di certo il dubbio non è di Inzaghi. In occasioni come queste contano anche i dettagli e perciò oggi l’Inter si allena a San • Siro e non ad Appiano, per calpestare il prato rizollato di fresco e che peraltro non è bastato al Milan per battere il Bologna. Dettagli, come la presenza sicura dell’ultimo arrivato Buchanan sulla panchina dell’Inter e quella al momento solo probabile di Alcaraz su quella della Juventus. È stato regolarmente tesserato, decide ovviamente Allegri. L’argentino che probabilmente nessuno ha visto giocare ma di cui tutti sanno tutto, spuntato a sorpresa dal taccuino di Giuntoli e dalla Serie B inglese, è il rinforzo pronto-subito per la corsa scudetto di Allegri.

L’altro acquisto di gennaio, il portoghese Djalò, ex Milan ed ex Lille, già compagno di Weah jr e del milanista Maignan, sarà invece pronto fra un po’, ma il suo arrivo vale già oggi, perché è stato strappato proprio all’Inter, che in estate lo avrebbe preso a parametro zero, come da necessità consolidata e di fatto ribadita con Taremi e Zielinski. Poi dalla Spagna rimbalzano le parole di Joan Laporta, presidente del Barcellona e con Florentino Perez e Andrea Agnelli fra i papà della Superlega. «Anche senza i club inglesi, il nostro torneo si farà, se non l’anno prossimo, di sicuro dal 25-26». E giù i nomi dei primi possibili iscritti: fra le altre ci sono 4 squadre italiane: «Inter, Milan, Napoli e Roma», dice Laporta. Niente Juve, insomma, come da patto fra John Elkann e l’Uefa. E dentro l’Inter. Il mondo alla rovescia, sembrerebbe altro veleno per il pozzo della sfida scudetto. E invece no, perché in via informale l’Inter fa sapere di essere sempre allineata alle istituzioni.

Qualcuno lo dica rapidamente a Laporta.

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