In assenza di Tudor, ormai fuori dalla Juve, Juric può diventare con merito il nuovo mister X. 7 pareggi su 9 sfide, senza mai perdere d’accordo, costituiscono il suo ruolino di marcia nonostante abbia a disposizione un’artiglieria di prim’ordine. Perché Lookamn firma il primo sigillo della stagione, e gli altri esponenti, Pasalic, De Katelaere senza contare l’intervento di Samardzic, sono risorse che per esempio Allegri non può avere a disposizione. Per questo il pareggio di ieri sera brilla nella notte di Bergamo, ottenuto con un brillante secondo tempo seguito a una prima frazione più difensiva che altro. Quando esce Leao, curiosamente, il Milan diventa più pericoloso sfiorando più volte il raddoppio.
È la sera dei ritardi colmati, dei primi gol di una collezione tutta da indovinare. Comincia Samuele Ricci, del Milan, con una stoccata dal limite che lungo la strada trova la deviazione di Ederson e finisce per eludere il tuffo di Carnesecchi. Poi tocca a Lookman, a seguito di qualche errore nelle precedenti occasioni, timbrare il cartellino. E il tutto nasce da un disimpegno sbavato di Modric sul quale riparte Pasalic che innesca l’attaccante (Tomori non è il massimo dell’attenzione). Il suo petardo esplode sotto la traversa di Maignan. Il gol milanista, maturato dopo 4 minuti, un po' come con il Pisa, invece di esaltare la serata rossonera spinge l’Atalanta a preparare l’assedio. Le rare ripartenze del Milan si esauriscono ai limiti dell’area e consentono alla difesa bergamasca di vivere sonni tranquilli.
La perdita immediata di De Roon, il capitano (contrattura muscolare) non comporta nessun contrattempo perché l’ingresso di Brescianini garantisce la stessa applicazione. La decisione di Allegri, maturata durante l’intervallo, è di quelle che apriranno un altro dibattito settimanale: sotto la doccia Leao (apparso senza molta benzina nel serbatoio), dopo una prova piatta, e dentro Nkunku che è una delle poche opzioni a disposizione in materia di attaccanti. E infatti qualche minuto più avanti, anche Gimenez deve farsi da parte per un acciacco. Allora dalla panchina rossonera deve alzarsi un centrocampista, Loftus Cheek, che pure prova a inventarsi sostegno offensivo del francese. E proprio in questa seconda frazione, a dispetto della prima parte, il Milan trova le energie per ripartire un paio di volte e con l’inglese in un caso e con Fofana nell’altro organizza un paio di blitz che possono impensierire Carnesecchi.
Quando la fatica comincia ad annebbiare la vista, la differenza tra i due gruppi emerge plastica in occasione dei ricambi a disposizione: Juric dopo i primi due (Bellanova e Djmsiti) può chiamare a compiere l’ultimo sforzo altri due esponenti (Musah e Samardzic) mentre quelli del Milan ballano la rumba dinanzi alle cadenze atalantine mentre solo Athekame, allo scadere, può prendere il posto dello spolpato Saelemaekers.