La Juventus non è nel futuro di Beppe Marotta. Nel corso delle ultime settimane si è fatto anche il nome di Marotta tra quelli candidati all'area tecnica della Juve che sta aprendo un nuovo corso. In verità questi rumors sono rimbalzati più volte da quando il direttore generale dell'Inter ha lasciato il club bianconero, tuttavia senza mai concretizzarsi. Stavolta però è proprio Marotta a scartare questa ipotesi in una lunga intervista al Corriere della Sera, dove ha ripercorso tutta la sua carriera.
Gli inizi col Varese
"Il calcio ha da subito rappresentato il filo conduttore della mia esistenza. La mia fortuna è stata abitare a 500 metri dallo stadio Ossola e dalle finestre di casa vedevo i campi di allenamento della squadra che ai tempi era in serie A. Mi affacciavo e mi dicevo: 'Un giorno su quel campo voglio entrarci anch'io'...". "Da ragazzo giocavo centrocampista poi a 16 anni ho iniziato la carriera da dirigente, a 19 ero il responsabile del settore giovanile del Varese". Poi entra nell'area tecnica del club: "Il primo acquisto Michelangelo Rampulla (in seguito anche portiere della Juve, ndr) dalla Pattese". Dopo il Monza e l'approdo al Venezia di Zamparini, con la promozione in Serie A.
Dalla Samp ai grandi club
La svolta arriva con la chiamata della Sampdoria: "Ho accettato la sfida di Garrone di gestire la squadra pur in B. In otto anni l’abbiamo portata ai preliminari di Champions". L'esperienza con i blucerchiati gli apre poi le porte dei grandi club, la Juve e poi l'Inter. "Per un dirigente che arriva dalla provincia, le grandi squadre, come la Juventus prima e l’Inter ora, rappresentano la realizzazione del sogno di bambino". Sui successi a cui è più legato: "Il campionato di Serie B vinto con la Sampdoria, il primo scudetto con la Juve e quello con l'Inter di due anni fa". Poi si parla di un possibile ingresso in politica, un'ipotesi a cui Marotta ammette di aspirare:"Certo. E siccome nella vita bisogna sempre avere un sogno nel cassetto il mio è quello di accedervi da tecnico, senza tessera di partito, per offrire il mio apporto in termini di competenza ed esperienza".
Sui calciatori presi in passato
"Recoba? È stata una delle poche volte in cui le qualità del singolo hanno smentito l’assioma di Michael Jordan secondo cui con il talento si vincono le gare, ma con il lavoro di squadra si conquistano i campionati. Cassano alla Sampdoria è stato il calciatore che mi ha fatto più divertire: ho accettato la sfida di Garrone di gestire la squadra pur in B. In otto anni l’abbiamo portata ai preliminari di Champions. Ma non dimentico Del Piero, Buffon e Ronaldo. Il giocatore più indisciplinato? Vidal, l’uomo dalla doppia vita".
Capitolo Juventus
Sugli anni alla Juve, Marotta confessa: "I miei anni in bianconero fanno parte del passato e non posso che avere ricordi positivi". Sul discorso plusvalenze invece: "Non entro nel merito del lavoro altrui, penso al mio presente nerazzurro.
Poi assicura che non ci sono possibilità di rivederlo in bianconero: "Se me lo proponessero tornerei alla Juve? Sono contento del percorso fatto. All'Inter mi trovo bene e sono concentrato per contribuire a nuovi successi".
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