Giù le mani da Gigio

Donnarumma nella bufera per l’intervento su Musiala (frattura del perone, ko 5 mesi). Neuer lo attacca, Courtois si schiera in sua difesa. Ora il portiere metta l’"armatura"

Giù le mani da Gigio
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Gigio per noi, e non solo per noi, non può e non deve diventare il portiere killer di questa afosa estate americana alle prese con il mondiale per club. Non lo merita per i contorni autentici della vicenda calcistica, non lo merita per la spontaneità delle sue reazioni emotive quando si è accorto del danno provocato a Musiala, la stella del Bayern che gli era andato incontro nella sfida col Psg come devono fare i calciatori di quella cifra tecnica a caccia di gloria personale. Jamal ha riportato la frattura del perone sinistro e dovrà restare fermo 4-5 mesi.

Un sodale di Musiala, il capitano Neuer, anche lui portiere coraggioso e di fama indiscussa, ha provato a trascinare Donnarumma nella polvere di una polemica livida con un’accusa che nemmeno il senso di appartenenza può legittimare. Ha bollato così il collega: «Gigio ha sbagliato, non doveva uscire così». Vale la pena ricordare che lui fece lo stesso intervento su Higuain al Mondiale 2014. Per fortuna nostra e del calcio, Gigio non è rimasto solo ma ha ricevuto il sostegno di un altro santone del ruolo, il belga Courtois del Real. «Noi portieri puntiamo la palla, anche gli attaccanti non esitano ad andare su di noi. È sfortuna, Donnarumma starà soffrendo molto». Esattamente quello che è successo. Appena Gigio ha colto, incrociando il gesto preoccupato di un suo sodale, la gravità del danno procurato si è inginocchiato e ha pianto perché cosi sanno reagire i ragazzi che non hanno un callo sul cuore.

Al capitano azzurro, che è passato in pochissimo tempo da ragazzo innamorato del pallone a protagonista della scena europea, si possono muovere altri appunti, qualcuno di natura professionale riscattato platealmente con il recente successo in Champions dopo i rigori decisivi respinti durante il trionfo europeo azzurro, oppure qualche censura legata alla gestione del suo trasferimento da Milanello a Parigi. Eppure in entrambe le occasioni, a dispetto dei fischi dei tifosi rossoneri, i finti dollari e le critiche acide dei media parigini, Donnarumma è stato capace di risposte riflessive, mai sopra le righe, di comportamenti responsabili.

Deve ricorrere a quella stessa armatura nei prossimi giorni magari rileggendo le imprese magiche di un suo progenitore, quel Giorgio Ghezzi che Giuanbrerafucarlo definí “kamikaze” per via delle uscite spericolate pattinando sui gomiti secondo uno stile più unico che raro.

Quando Gigio tornerà dalle sue parti per le meritate vacanze, magari pensando al contratto in scadenza del Psg, capirà dagli occhi di suo padre Alfonso che le parole spese per Musiala («pregherò per te») valgono più di cento scuse formali.

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