
Molto più di una vittoria, un trionfo quello dell'Inter contro l'Union Saint-Gilloise. Chivu sbanca Bruxelles e resta al comando e a punteggio pieno della Champions League: 3 partite e altrettante vittorie, 2 in trasferta. Da Amsterdam in poi sono 7 i successi messi in fila, contando ovviamente il campionato. Finisce 0-4 ed è festa un po' per tutti, compreso Pio Esposito, che segna l'ultimo gol dopo averne sbagliato uno clamoroso, che quasi piangeva tra la rabbia e l'incredulità. Invece, se sono lacrime, sono di gioia per il primo gol anche in Champions League. Completano il tabellino dei marcatori Dumfries, Lautaro e Calhanoglu, su calcio di rigore conquistato dal capitano e concesso dal Var.
Tanta, troppa la differenza tecnica fra l'Inter e i campioni del Belgio, già battuti in casa dal Newcastle con lo stesso punteggio (ma capaci di vincere sul campo del PSV). Così, alla fine, la paura corsa nel terzo incredibile minuto di gioco sembra solo un brutto incubo, invece era realtà. Tre incredibili occasioni in poco più di 30 secondi, due parate di Sommer e un salvataggio di Lautaro, di testa e sulla linea, prezioso quanto e più di un gol. Un avvio da brivido, e la pioggia e il vento che battono lo stadio dell'Anderlecht non c'entrano nulla. Di più, spiegano i sei cambi su 10 fatti da Chivu rispetto a Roma, ma forse la verità sta solo nell'ingresso in campo un po' distratto della squadra. Un grave errore cui Chivu ha saputo rimediare un po' alla volta, aspettando anche l'inevitabile calo fisico degli avversari. Una squadra di giganti, con un terminale offensivo (David, canadese anche lui, ma non parente dello juventino Jonathan) che ha i piedi di marmo ma le gambe velocissime. Le prende tutte lui.
Quando l'Inter si riprende, ed entra in campo anche con la testa, ristabilisce rapidamente differenze e gerarchie. Numero di Lautaro su Burgess, parato; gol sull'angolo successivo, sponda di Bisseck per la botta di Dumfries (ininfluente il tocco col braccio del tedesco); erroraccio di Lautaro che incespica davanti al portiere. Tutto anche qui in un minuto. Il raddoppio però è solo rimandato: Bastoni squarcia il campo per la corsa di Dumfries, tocco di Pio per Lautaro, che dopo un gol evitato e un altro sbagliato, aggiorna le sue statistiche (6 gol in 9 partite, 159 con l'Inter). Il secondo tempo è senza storia e i gol alla fine avrebbero potuto essere anche di più.
invece il terzo arriva solo perché il Var scova una mano malandrina di Mac Allister a sporcare un colpo di testa di Lautaro (rigore ed esecuzione scontata di Calhanoglu) mentre l'ultimo è di Pio, qualcosa di simile a un rigore in movimento, grazie al passaggio di Bonny, entrato in campo al posto di Lautaro.