
Zero tituli, stavolta la stagione dell’Inter è finita davvero. Nerazzurri a mani vuote, ma con le casse piene: il Fluminense segna 2 gol, l’Inter prende 2 pali. Eppure c’è dell’altro per spiegare la sconfitta: all’improvviso è tornata la squadra stanca vista nelle prime due partite del Mondiale. I quasi 40 gradi di Charlotte, senza però il temuto temporale porta fulmini, di certo hanno pesato sui muscoli di Lautaro e dei suoi compagni, alla 63esima partita di stagione. Restano i 33 milioni della campagna americana: non sono un titolo, ma potrebbero aiutare a vincerne in futuro.
Renato adatta il Flu a immagine dell’Inter, si mette a 5 in difesa, con Xavier e Renè a intasare le fasce per Dimarco e Dumfries. In mezzo, Nonato va quasi sempre a uomo su Asllani. Arias un po’ ala a sinistra e un po’ punta in mezzo, ma sempre sono dolori per Bastoni, con German Cano a supporto dalla parte opposta. Fastidioso, ma probabilmente il caldo è peggio: erba vera, ma terreno che più secco non si può, tanto che il pallone quasi fatica a rimbalzare. Spalti semivuoti, nonostante ogni sforzo degli organizzatori per mascherarlo, tipo chiudere gli anelli superiori degli stadi, quelli che raramente compaiono nelle immagini ufficiali. È il Mondiale, bellezza. Eppure ciò che conta è dire che è un successo.
Il gol, dopo che il cronometro nemmeno ha consumato 3 giri, complica la vita all’Inter, che salvo una fiammata con Dimarco e un possesso palla di nuovo inutile, nel primo tempo patisce la maggiore vivacità del Fluminense, pronto ad accorciare e ripartire. Una parata importante per Sommer (tiro di Arias), ma il suo errore sul gol è più grave: valuta male la traiettoria del pallone imbizzarrito dopo una deviazione di Bastoni. Sbagliato pensare che Darmian sia corresponsabile, assurdo dirlo. Fuorigioco netto sul 2-0 annullato al Fluminense, resta però la macchia dei 3 colpi di testa in piena area, con i brasiliani a passarsi il pallone davanti ai difensori nerazzurri, nell’occasione spettatori pagati e non paganti.
Chivu prova la scossa con 3 cambi contemporanei, dopo che il secondo tempo comincia come era finito il primo. Il pieno di vitamine e gioventù di Luis Henrique, Sucic, Carboni, e poco dopo Seba Esposito, gli consente anche un cambio di sistema, con Lautaro centravanti, supportato alle spalle da Esposito e Carboni.
ThuLa imbolsita, facile dire che sia soprattutto colpa di Thuram, fuori condizione da tempo e fuori squadra dalla finale di Monaco, a parte una manciata di minuti col Monterrey, ma allo stesso Lautaro serve più di un’ora per sfiammare. Quando lo fa, e il sistema con i due giovani alle sue spalle sembra aiutarlo (brillantissimo soprattutto Seba Esposito), l’Inter diventa finalmente pericolosa.
Prima il Toro offre di testa un comodo pallone a De Vrij, che però da due metri non inquadra la porta, quindi personalmente centra un palo e innesca uno spettacolare 1 contro 1 col 45enne portiere Fabio, che gli nega due volte il pareggio. Il gol di Hercules nel recupero spegne ogni speranza dell’Inter.