Italia, possibile en plein in Europa. Ma come, non eravamo finiti?

La vittoria delle tre italiane di Champions fa sognare che tutte le squadre di Serie A possano procedere ai quarti delle competizioni europee. Anche se succedesse, però, non sarebbe la panacea di tutti i mali. Il calcio italiano è ancora malato

Italia, possibile en plein in Europa. Ma come, non eravamo finiti?

Onestamente sarebbe stato difficile immaginarsi un ritorno delle coppe migliore per le squadre della Serie A. Nell’andata degli ottavi di Champions sono arrivate tre vittorie su tre, evento mai successo prima, nemmeno quando l’Italia dominava il calcio in lungo e in largo. Incredibilmente quelle difese che pochi mesi fa sentivamo descrivere come lontane parenti del catenaccio d’annata si sono ritrovate, riuscendo a mantenere le porte di Milan, Napoli ed Inter inviolate. A poche ore dal ritorno dello spareggio di Europa e Conference League, è possibile sognare l’en plein di coppa, evento che non si verifica da ben 17 anni, senza essere sommersi da fischi e risate.

Tutto bene, quindi? Tutto a posto? Siamo davvero tornati quelli di una volta, quelli che maramaldeggiavano contro le grandi d’Europa? Purtroppo la realtà è molto diversa ed i problemi del sistema calcio italiano sono tutti lì, enormi, intrattabili. Eppure il grande entusiasmo dei tifosi è una ventata d’ottimismo in un calcio che da troppo tempo è sull’orlo di una crisi di nervi. Insomma, abbiamo davvero svoltato l’angolo? Non siamo più il grande malato d’Europa?

romelu lukaku

Champions, tripletta non semplice

Oggi, con negli occhi le prestazioni finalmente solide, ciniche ed efficaci delle tre italiane, sarebbe troppo semplice farsi prendere dall’entusiasmo e cantare le lodi dell’Italia semplice, quasi operaia che sfida il calcio dei petrodollari. Questa immagine fatta per raccogliere like e consensi sui social, è tanto affascinante quanto fuorviante. Di cose positive se ne sono viste tante in campo, dal ritorno al gol di Lukaku alla leggerezza ariosa del Napoli schiacciasassi, capace di schiantare l’Eintracht campione di Europa League nel proprio fortino, fino al carattere e alla grinta di un Milan caparbio ed efficace.

D’altro canto, però, non possiamo dimenticare che stiamo parlando solo dell’andata e che, a parte il Napoli, le trasferte delle milanesi a North London ed Oporto non saranno affatto semplici. Il Porto al ritorno soffrirà non poco per l’assenza di Osorio, uno dei più efficaci al centrocampo, ma sarà sostenuto dalla bolgia dell’Estadio do Dragao, chiave finora dei successi dell’undici di Conceiçao. In un ambiente del genere tutto è possibile, come purtroppo hanno imparato sulla propria pelle le italiane negli ultimi anni.

Brahim Diaz Giroud

Se possibile la situazione della sponda rossonera del Naviglio è ancora più complicata. Il Tottenham visto a San Siro era reduce da una delle sconfitte più pesanti della gestione Conte, con un centrocampo sperimentale e uno spogliatoio con qualche mugugno di troppo. Tra le mura amiche, spinti da un pubblico caldo come pochi, se gli Spurs dovessero trovare un gol nella prima mezz’ora un Milan ancora in evoluzione potrebbe rischiare di implodere. Eppure, tanto quanto è altamente improbabile prevedere una remuntada dell’Eintracht al Maradona, non è affatto impossibile che le milanesi, finalmente concrete e quadrate, riescano a spuntarla ed approdare alla terra promessa dei quarti.

Va bene che il sorteggio certo non è stato tra i peggiori degli ultimi anni ma avere tre squadre di Serie A nelle migliori otto del Vecchio Continente sarebbe un’impresa epica. Certo, non avrà lo stesso valore di eliminare le grandi “vere” ma d’altro canto il Liverpool è stato costretto all’incrocio mortale col Real Madrid proprio dal Napoli di Spalletti.

Lazio-Cluj Europa League 2022-2023

Poker nell'altra Europa? Più semplice

Per il verdetto nelle coppe “minori” dovremo attendere poche ore, ma la situazione è decisamente meno problematica. Che le avversarie delle italiane nello spareggio di Europa e Conference League non fossero allo stesso livello ce n’eravamo accorti subito ma le insidie non mancano, specialmente se non si presenteranno in campo con la determinazione giusta.

L’italiana messa meglio è chiaramente la Fiorentina, capace di annichilire lo Sporting Braga in Portogallo per 4-0. Al Franchi i lusitani avranno voglia di vendicare l’umiliazione ma basterà una prestazione decente degli uomini di Italiano per portare a casa il passaggio agli ottavi. Un attimo più complicata la situazione della Lazio, costretta ad una trasferta mai semplice in Romania. Sarri potrebbe pagare l’aver sprecato troppe occasioni all’Olimpico, specialmente visto che a Cluj dovrà fare a meno di una serie di titolari difficilmente sostituibili, a partire da Milinkovic-Savic e Pedro.

La Roma di Mourinho, invece, dovrà rimontare all’Olimpico la sconfitta rimediata alla Red Bull Arena contro il Salisburgo. Al contrario di Sarri, lo Special One avrà tutti i titolari a disposizione e l’ennesimo tutto esaurito sugli spalti. Servirà una prestazione diversa, una Roma più aggressiva, concreta sotto porta ma gli austriaci certo non sono un’avversaria insuperabile per i giallorossi. Con Abraham, Dybala e Pellegrini in campo, vincere non è affatto impossibile.

Incredibilmente quella messa peggio è la Juventus, bloccata sull’1-1 dal Nantes tredicesimo in Ligue 1 all’Allianz Stadium e costretta a chiudere i conti con i Canarini sulle rive dell’Atlantico. Il tecnico transalpino Kombouaré ha stuzzicato l’orgoglio bianconero dicendo che l’uscita dall’Europa League sarebbe una disfatta per Allegri, ma non ha tutti i torti. Anche senza Chiesa e Pogba, la distanza è siderale ma allo Stade de la Beaujoire il Nantes è un pessimo cliente per tutti. La Juve ha ritrovato la solidità in difesa ma non sarà semplice piegare la resistenza bretone. Vlahovic, che potrebbe entrare dalla panchina, potrebbe essere finalmente decisivo. Magari ci sarà parecchio da soffrire ma, in fondo, nessuno pensa davvero che la corsa europea dei bianconeri possa finire così in fretta.

Vlahovic Juventus Nantes

Se succede, tutto a posto?

Nel caso le sette italiane dovessero davvero farcela tutte, saremo inevitabilmente sommersi da montagne di retorica, orgoglio nazionalistico e prevedibilissima melassa mediatica. Si proverà a far credere che tutto sia a posto, che la traversata nel deserto del calcio italiano sia finalmente finita, che sognare in grande sia davvero possibile. Le cose, purtroppo, stanno in maniera ben diversa. Con tutto il rispetto per le avversarie delle italiane, per tornare ad alzare trofei importanti in Europa ci vorrà ben altro. Chi ha visto la battaglia di Anfield e la prestazione magistrale del Real Madrid di Carletto Ancelotti sa bene che di fronte a corazzate del genere non basta la fortuna e la "garra".

Le leggi del calcio, purtroppo per noi, rimangono sempre le stesse. Per vincere servono i grandi campioni e quelli costano cifre inimmaginabili alle nostre latitudini. I miracoli nel calcio a volte succedono, è questo che ce lo rende così caro, ma 99 volte su 100 vince chi è più organizzato, più preparato e più ricco. L’Italia dominava in Europa quando eravamo in grado di offrire stipendi sontuosi ed attirare i migliori giocatori al mondo. Oggi la situazione non potrebbe essere più diversa.

Simeone Osimhen Napoli Roma

Ogni tanto capita che dirigenti illuminati la sappiano più lunga degli altri, assicurandosi a cifre ragionevoli campioni come Kvaraskhelia ma è una rondine che non fa primavera. Anche se le sette italiane dovessero andare avanti, magari anche fino in fondo, il calcio italiano avrebbe poi enormi problemi a trattenere nel Bel Paese i propri campioni.

Già si infittiscono le voci di offerte indecenti in arrivo dall’altra parte della Manica per i talenti migliori delle italiane di coppa. Paradossalmente, più andranno avanti, più sarà difficile evitare l’esodo di gente come Leao e Osimhen.

Godiamoci questo momento positivo con tutto l’entusiasmo del caso, facciamo festa per le vittorie delle nostre squadre. Non illudiamoci però che tutti i problemi siano dietro alle spalle. Qualche passo avanti si sta vedendo ma per tornare ai fasti di una volta servirà comunque una rivoluzione copernicana.

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