Taca la bala

La legge di Lautaro e la dura vita del sarrismo: cosa ci dice il turno di A

Il bomber argentino entra a Salerno e dirime con modalità deflagranti, mentre a Roma il Sarriball va sgretolandosi. Il Napoli che ritorna e Orsolini che esagera: il fotoromanzo dell'ultima giornata di Serie A

Ansa
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La legge di Lautaro e la dura vita del sarrismo: che ci ha detto il turno di A

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C'è una categoria di persone che, di gran lunga, sono risultate più felici di tutto il resto del mondo nello scorso weekend. La statistica non serve estrapolarla da un qualche padiglione di cervelloni premuto dentro ad una stanzetta buia dell'università del Massachussets. L'indice l'ha espresso un campo verde conficcato nel ventre della Campania. Gli eletti gongolanti sono loro: tutti i fanta allenatori di Lautaro Martinez.

A Salerno il Toro entra e dirime con grazia mista a ferocia. Ne esce un campionario di quattro reti tutte diverse, di ricamo, giustezza e potenza. E la sensazione palpabile che il dieci nerazzurro sia almeno due spanne sopra i comuni mortali che gli contendono la sfera in Serie A. Una prestazione torrenziale come il diluvio di palloni sbattuti in porta a match in corso. Senza dubbio alcuno il migliore del turno.

Nel frattempo, a Roma, pare sgretolarsi ogni giorno di più l'impero dei sensi sarristici e laziali. La seconda di un anno fa annaspa infilando prestazioni mediocri in serie e, mentre il campionato albeggia soltanto, si ritrova già cacciata indietro di undici punti rispetto alle prime della fila. Non può essere soltanto la mancanza di Milinkovic-Savic ad aver diluito tutto quanto. Il Sarriball con i nuovi interpreti, per il momento, non decolla. Probabile che il generale Maurizio volesse altro dal mercato. Ora però tocca riaversi con quello che c'è in dispensa, e anche in fretta.

Luce rossa, luce verde. Un altro che nel weekend ha decisamente alzato il gomito calcistico è Riccardo Orsolini. Chiamato a diventare leader carismatico continuativo del Bologna, per ora Rik si accende a corrente alternata. Ma contro l'Empoli ha piazzato una tripletta stordente, sbriciolando le ritrovate convinzioni di un gruppo in risalita, che aveva quasi fermato l'Inter e aveva strappato tre punti nella gara precedente. Orsolini segna e salta l'uomo con attitudine impertinente: se riuscisse a farlo con cadenza ricorrente potrebbe pure candidarsi per la parte di scelta appuntita nell'attacco di Spalletti.

Chiudiamo con un'altra quotazione in rialzo. Il Napoli sembra decisamente tornato. Sfregati (forse) in fretta i panni sporchi accumulati dopo le ultime piroette social, i campioni d'Italia sono tornati a discettare di calcio. E l'hanno fatto con un'altra prestazione rutilante, che fa il paio - anche numerico, otto gol nelle ultime due partite - con quella sfoderata contro l'Udinese. Il Lecce è stato tramortito senza appello.

Occhio a chi aveva già dato per bollita una squadra che conserva quasi tutti gli effettivi che un anno fa hanno scollinato la cima del campionato mentre quegli altri arrancavano a metà.

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