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L'ex portiere Luigi Simoni "fa le carte" alla serie B: ecco chi sono i favoriti

Ha difesa la porta di Cosenza, Pisa, Torino, Reggina e altre squadre di A e B. Appesi i guantoni al chiodo ora allena i portieri. In questa intervista al Giornale.it commenta il campionato di Serie B

Luigi Simoni (Facebook)
Luigi Simoni (Facebook)

Per analizzare il campionato di serie B, appena iniziato, abbiamo contattato l'ex portiere Luigi Simoni, classe 1965, originario di Comacchio (Ferrara) che in carriera ha militato in squadre prestigiose quali Cosenza, Pisa, Messina, Taranto, Torino, Piacenza, Reggina, tra serie A, B e in altre formazioni di C. Appesi i "guanti al chiodo" ha intrapreso la carriera di allenatore dei portieri, iniziando dal Gualdo, per poi proseguire con Ravenna, Messina, Giacomense, Gela e Campobasso, attività che svolge attualmente in una piccola società dilettantistica.

La serie B ha già avuto inizio, anche se in maniera "mozzata", in quanto non si sono disputate alcune partite, a causa dei ricorsi per il caso Lecco. Qual è la sua chiave di lettura su questa vicenda?
"È una cosa assurda il fatto che si inizi un campionato senza ancora sapere l'elenco completo delle squadre che vi devono partecipare. È assurdo che si inizi senza aver passato tutti i gradi di giudizio, perché allora che senso ha fare iniziare delle gare senza sapere se domani io dovrò giocare con il Lecco oppure con Reggina o Brescia? Non ha senso, queste cose succedono solo in Italia. Il Lecco sul campo si è meritato la promozione in serie B 'alla grandissima'. In passato poi si sono concesse deroghe a tutti ed al Lecco no, che si è meritato la serie B sul campo?".

Sono decisioni che possono danneggiare tutto il calcio italiano, non pensa?
"Certo, chi prende queste decisioni assurde si dovrebbe chiedere perché poi non andiamo ai Mondiali. Certamente non è perché il Lecco non viene in B o meno, ma è discutibile il modo in cui si gestisce il calcio".

Ritornando a questo campionato cadetto, quali squadre vede favorite?
"Su questo tema entrano in ballo in miei sentimenti, perché io spero che Pisa e Cosenza raggiungano la serie A, ma qui non sta parlando la mia testa, ma il cuore. Detto questo, ragionando più razionalmente, vedo bene il Parma, ha fatto dei ritocchi importanti, la Sampdoria, con Pirlo che è una persona competente e a cui avrei dato una chance anche alla Juventus. Poi non mi dispiace la Cremonese, Ballardini è un allenatore che mi piace, fa praticare alle sue squadre un ottimo calcio e arriva sempre dove vuole arrivare. Lo Spezia deve invece innanzitutto digerire la retrocessione, non è sempre facilissimo rimettersi in carreggiata, anche se è una piazza di tutto rispetto, molto calda. Poi ci sono Bari e Palermo, due piazze blasonate. Sarà un campionato agguerrito, poi vedremo, al di là di chi eventualmente verrà ammesso, fra Lecco, Reggina, Brescia o chi altro. Non vedo inoltre una favorita particolare per la vittoria diretta del campionato, mentre ritengo che sarà una lotta fino alla fine".

Luigi e Gigi Simoni
Luigi e Gigi Simoni (Facebook)

Ci sono dei giovani di prospettiva da tenere d'occhio?
"Non faccio nomi, dico solo che l'importante è che essi abbiano spazio e siano messi in condizione di maturare. Ecco, l'unico giocatore che ho visto giocare, meritevole di attenzione, è Florenzi del Cosenza, ma è l'unico che ho visto più spesso, magari ce ne sono sicuramente altri. La serie B in passato ha lanciato tanti giocatori che hanno fatto bene in serie A ed in Nazionale".


Quale allenatore ritiene possa stupire in questo campionato di B 2023/24?
"Ballardini, ripeto, mi è sempre piaciuto, secondo me anche Foschi del Lecco potrebbe essere un tecnico interessante, che meriterebbe una chance importante oltre a Pirlo della Sampdoria che è assolutamente una garanzia".

Come valuta il sistema dei playoff e dei playout e se potrebbe essere funzionale, oltre che per la serie B, anche per la massima serie?
"Non saprei, anche se comunque per quanto riguarda la serie A è una cosa che non mi entusiasma granché. Per dire, il Napoli arriva a 30 punti dalla quarta, e poi deve fare i playoff, e spremuto, magari li perde. Non è giusto. A mio avviso chi arriva primo deve vincere. A meno che non fai come il campionato NBA in America, dove non retrocede nessuno, allora mi potrebbe stare bene".

Una eventuale riforma del sistema calcio potrebbe aiutare il calcio stesso e la Nazionale?
"Dipende dal tipo di riforma che si vuole attuare. Io porto sempre come esempio la Germania che, dopo gli Europei del 2000 in Inghilterra, dove ci fu un fallimento totale, hanno fatto una cosa semplice, dando le chiavi della loro Federazione a Rummenigge, Beckenbauer, Sammer e Hummels. Se pensi che invece in Italia andiamo alle votazioni tra Albertini e Gravina e vince quest'ultimo, tu non ti potrai mai salvare perché il calcio va dato in mano a gente che lo conosce. Io, quando Albertini si candidò, ho sperato in una sua vittoria. Ma siamo in Italia, dove si vuole cambiare tutto per poi non cambiare niente, e non aggiungo altro".

Vogliamo dire qualcosa riguardo ai giovani?
"Un giovane non deve giocare per via del minutaggio, o a seconda del numero di over o under, ma deve giocare perché è bravo e capace. Ai miei tempi, quando ero al Cosenza, eravamo tre quattro ragazzi che giocavamo perché ce lo meritavamo, quindi è errato imporre tetti o obblighi di fare giocare alcuni a discapito di altri. Uno deve giocare per bravura, perché altrimenti alla lunga ne va a discapito delle squadre stesse".

Meglio la serie B dei suoi tempi o quella attuale allora?
"Non c'è confronto, quella dei miei tempi sicuramente, e non lo dico per partigianeria. Non è più un calcio che ti fa innamorare. Queste troppe gare in televisione hanno portato a non poterne più. Io guardo Cosenza e Pisa, solo perché sono le mie squadre del cuore, ma faccio fatica, poi non seguo altro, se non leggere i giornali il giorno dopo sui risultati delle altre squadre o della Nazionale. Al campo, ai miei tempi, ci andava la gente innamorata delle proprie squadre. Per carità, ci va anche adesso, ma gli stadi, rispetto a prima, sono meno pieni.

E poi si giocava tutti la domenica, che era il giorno festivo per antonomasia dedicato al calcio".

Luigi Simoni, ex portiere del Pisa (1990-91)

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