Luis Enrique, Xana e l'unica domanda che farei

Perché chiedere a un professionista della figlia morta all'età di 9 anni?

Luis Enrique, Xana e l'unica domanda che farei
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Perché chiedere a un padre della figlia morta? Scusate la domanda retorica, a cui saprei pure rispondere in vari modi, ovvero che è stato Luis Enrique a mettere Xana sotto i riflettori, che è stato lui a fine partita a indossare una maglietta dedicata a lei, che comunque fa parte dello show mediatico, che lo vuole sapere la gente, che è financo diritto di cronaca, ma ripeto: perché?

Cosa dà il diritto a noi giornalisti di entrare in una sfera talmente intima e dolorosa di un essere umano al punto da costringerlo ad aprire la finestra del proprio cuore per spiegare l’inspiegabile? Perdere un figlio è qualcosa che va contronatura, che sovverte le regole della nostra esistenza e che porta con sé l’eterno fardello dell’inesplicabile. Eppure, sembra tutto così naturale: commentatori che interrogano, altri che si commuovono, altri ancora che innalzano l’allenatore del Psg a eroe e che considerano quella coppa come un risarcimento della vita, un premio meritato a fronte di una disgrazia. Ma cosa c’entra?

La drammatica perdita ha senza dubbio forgiato l’esistenza di Luis Enrique, avrà cambiato il suo modo di vedere le cose, permeato il suo carattere e consolidato valori in cui credeva: ma un conto è analizzare e giudicare l’operato di un professionista alla luce anche delle esperienze personali vissute, un altro è entrare negli angoli più intimi, delicati, tragici e personali della sua esistenza commettendo la peggiore invasione di campo che si possa commettere. A caldo il diretto interessato ha risposto così mettendo una mano sulla spalla del giornalista: “Mia figlia sta con me dal momento in cui è andata via, è andata via con il corpo ma è sempre con me spiritualmente e non ho bisogno di vincere la Champions o una partita per sentirla, nulla cambia in termini di sentimenti…”.

Ecco,

se avessi davanti l’allenatore e padre di Xana c’è solo una cosa che mi verrebbe da chiedergli: “Quanto le dà fastidio che le facciano domande su sua figlia?". Ma probabilmente anche questa sarebbe un’invasione di campo.

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