Dalla sera del derby, il quinto della serie, perso in modo brutale, Stefano Pioli è un po' diverso dallo Stefano Pioli conosciuto e ammirato nei mesi precedenti, persino nelle curve più insidiose, del suo iniziale cammino milanista. La conferma è arrivata puntuale dalla sua gelida analisi seguita alla prova, non certo esaltante, con il Verona che il tecnico ha liquidato con una frase che dev'essere letta e spiegata.
Ha dettato Pioli: «Si esagera con la negatività che c'è intorno ai miei giocatori». A cosa si riferisce? Probabilmente al processo di web e media intentato nei confronti di Leao dopo un paio di gol mancati con il Newcastle in Champions. Sicuramente è anche riferita agli allarmi suonati sui social dopo l'infortunio toccato a Krunic a pochi minuti dal gong oltre alle assenze di Maignan, Calabria e Theo Hernandez, tutte insieme nella stessa partita. Se Pioli sente un clima da accerchiamento la responsabilità - o il merito - è anche delle aspettative accreditate al Milan dopo il sontuoso mercato, valorizzate dalle prime tre sfide che hanno lasciato prevedere una cavalcata successiva. E invece il calcio è capace di regalare giudizi immediati che non corrispondono esattamente alla realtà.
Come ha riconosciuto lo stesso Arrigo Sacchi, quando si cambia tanto, in termini di calciatori e anche di sistema di gioco, non può essere sufficiente una sola preparazione estiva per cementare intese e «integrare» tutti i nuovi arrivati provenienti da paesi, alimentazione, allenamenti diversi. Identico ragionamento vale anche per la narrazione sull'infortunio muscolare toccato a Krunic che si è aggiunto a quello di Kalulu, i due unici autentici. Quest'ultimo tra l'altro, secondo una ricostruzione successiva, sarebbe anche frutto del caso (sostituzione rallentata perché la palla non era uscita dal terreno di gioco). Nel caso invece di Calabria e Theo Hernandez si è trattato di traumi dovuti a colpi subiti ad alcuni muscoli e che soltanto un calcolo prudente ha consigliato di lasciarli a riposo. Oggi dovrebbero allenarsi regolarmente in gruppo.
Per Maignan identico metro di valutazione: gli esami effettuati sul francese hanno escluso qualsiasi lesione ma conoscendo la sua cartella clinica, medici e preparatori hanno pensato bene di evitare un rientro affrettato. Tra l'altro Maignan esercita un ruolo completamente diverso rispetto al vecchio schema calcistico: è lui che fa il regista arretrato, è lui che avvia l'azione da dietro, è lui che continua a calciare lungo e corto quindi sottoponendo tutta la muscolatura a continue sollecitazioni. Per fortuna di Pioli la presenza in panchina di Marco Sportiello ha spazzato via ogni timore legato alla passata esperienza (Tatarusanu) e reso meno problematico il ricorso alla supplenza temporanea dello stesso Sportiello.
In generale però l'emergenza scattata in difesa che ha suggerito il cambio di sistema di gioco e più avanti anche il debutto del primavera Bartesaghi è comunque la dimostrazione che i ricambi, almeno in quel reparto, non sono stati così numerosi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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