
L'Inter si gioca la stagione nella doppia semifinale di Champions contro il Barcellona. I nerazzurri, reduci da tre sconfitte consecutive tra campionato e Coppa Italia, sono chiamati ad una reazione immediata contro i blaugrana. La squadra di Hansi Flick è in questo momento l'avversario peggiore possibile. Per pensare ad un Barça così forte e temibile bisogna forse tornare ai tempi di quando al Camp Nou giocava un certo Lionel Messi.
Un momento davvero d'oro per lo squadrone catalano, che culla a pieno titolo il sogno del Triplete, dopo aver già messo in bacheca la Coppa del Re e con il primo posto a più quattro sul Real Madrid nella Liga. A stupire più di ogni altra cosa è la facilità con cui i blaugrana vanno in gol. Sono infatti 155 le reti messe a segno fino a questo momento in stagione. Una vera e propria macchina da gol, quella messa a punto da Flick. Una squadra che diverte, si diverte e che domina il gioco. Concede qualcosa in difesa ma è letteralmente devastante quando attacca. Chi deve temere di più allora l'Inter?
Di Lamine Yamal si sa praticamente tutto. Il baby fenomeno spagnolo, classe 2007, con le sue accelerazioni improvvise e imprendibili, dovrà essere l'osservato speciale sulla fascia destra. Al punto che Inzaghi sembra tentato a preferire Carlos Augusto al più offensivo Dimarco per dare man forte a Bastoni. Sul fronte d'attacco di sinistra, presieduto da Raphinha, i problemi saranno più o meno gli stessi. Da oggetto misterioso a punto di forza, di fatto il brasiliano è diventato il vero trascinatore della squadra. Un'arma letale in attacco ma un giocatore capace anche di liberare i compagni al tiro. Flick lo ha trasformato. "È il motore del nostro attacco. La sua capacità di creare e finalizzare è unica" ha detto di Raphinha il tecnico tedesco. I 15 gol segnati nella Liga e i 12 in Champions testimoniano la bontà di questa analisi.
Sommer e il resto della difesa interista possono però tirare un sospiro di sollievo: Robert Lewandoski non sarà della partita. Il bomber polacco, 40 gol in 45 partite quest'anno, non ha ancora recuperato dall'infortunio muscolare che l'ha messo fuori causa una settimana fa. Al suo posto scenderà in campo Ferran Torres, esterno offensivo che agirà da falso nove. Una mossa che potrebbe però mettere in difficoltà Acerbi, più abituato a marcare un punto di riferimento preciso, rispetto a una punta di movimento come lo spagnolo. Caratteristiche diverse che non inficiano però l'efficacia in zona gol. Quando gioca, Ferran Torres segna. Basti pensare che la sua media è esattamente identica a quella di Lewandoski: entrambi segnano un gol ogni 92 minuti. Non una grandissima notizia per la difesa nerazzurra.
Da tenere d'occhio anche i centrocampisti. In mezzo al campo Pedri e De Jong terranno in mano le chiavi del gioco, con Gavi come prima alternativa partendo dalla panchina.
L'unico dubbio riguarda la trequarti: Fermin Lopez e Dani Olmo si giocano un posto alle spalle di Ferran Torres. Due prodotti della Masìa: più incursore il primo, più versatile il secondo. Insomma servirà un Inter stile 2010 per tenere testa al Barça. Questo è poco ma sicuro.
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