
Napoli campione, quarto scudetto, inseguito, voluto, sofferto, conquistato in uno strano giorno, venerdì ma da ieri celebrato dalla “smorfia” come scadenza miracolosa, 82 punti quelli finali, cifra modesta a conferma di un campionato mediocre di qualità ma forte di passioni, il Napoli ha vinto con il merito di chi ha saputo credere oltre le proprie possibilità, ha vinto Antonio Conte allenatore delle missioni impossibili, ha vinto Aurelio De Laurentiis, presidente tronfio, non amato dal popolo ma infine portatore di gloria, ha vinto la gente napoletana che sta festeggiando e impazzendo e ubriacandosi di ciò che già sapeva e adesso la sagra continuerà, la processione davanti al murale di Maradona, un cero a San Gennaro eppoi una, dieci, cento figurine del presepe calcistico, Napoli è un teatro antico e sempre aperto scriveva Eduardo De Filippo che meglio interpretava l’arte imprevedibile di questa città che ti acchiappa e ti avvelena, di abbraccia e ti pugnala, bella e buia, solare e torbida, la squadra di football va oltre lo stereotipo, ha giocato un football pratico e niente affatto teatrale, il suo regista e sceneggiatore è un salentino abituato al sole, al mare e al vento, furbo, abile e bravissimo, Antonio Conte forse lascerà dopo aver portato a termine il lavoro.
Per la proprietà transitiva della sua carriera potrebbe scegliere una squadra dove cominciare la ricostruzione, senza fastidi di coppe europee, mi viene in mente il Milan, perché no.
L’Inter ha rispettato il titolo che porta sul petto, a Como ha ribadito il proprio censo e tra otto giorni confermerà lo stato di salute dimostrato in quest’ultimo giro. La storia dello scudetto è dunque conclusa, restano i fuochi di chi cerca un posto in champions league e chi spera di restare in serie A. Novanta minuti per decidere una stagione intera. C’è ancora molto da vivere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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