Da un’emiliana (il Sassuolo) a un’altra (il Parma). La prova del nove della Roma di Gasperini è tornare a sorridere all’Olimpico: un mese fa (era il 28 settembre) l’ultima vittoria casalinga contro il Verona grazie ai gol di Dovbyk e Soulé, poi tre inciampi tra campionato ed Europa League. Un’anomalia per una squadra abituata a vivere come «amiche» le mura dell’Olimpico.
La prova del nove è anche letteralmente la ricerca di una soluzione ideale in attacco, sia di uomini che tattica. Se la difesa rimane il punto di forza, con tre reti subite in campionato (solo l’Arsenal, nel resto d’Europa, è al livello dei giallorossi), la squadra viaggia a una media bassa di una rete a partita: 11 centri in altrettante gare stagionali.
Dunque, contro i ducali si ripropone il dilemma di schierare un falso nove davanti (il Dybala decisivo a Reggio Emilia, favorito) o di ridare fiducia a uno vero come il Dovbyk a secco di gol da un mese e fischiato dai tifosi nell’ultima casalinga con il Viktoria Plzen. Il Parma, in tal senso, è un test importante considerando che è la migliore retroguardia - 7 reti subite in otto giornate - di quelle che occupano la parte destra della classifica. Dovrebbe poi essere confermata la soluzione dei trequartisti «leggeri» (nel caso Soulé e Pellegrini).
Di sicuro i 18 punti, frutto di sei vittorie (da dieci anni i giallorossi non partivano così bene nel primo tratto di torneo),
hanno solo mascherato i problemi. Ecco perché, anche Gasperini, ha definito i tre punti di oggi come «una priorità assoluta ». Per tornare a sorridere all’Olimpico e a risalire in vetta al campionato, rispondendo al Napoli.