Rino, il ct in "trincea"

Gattuso lo ammette: "Invidio Cannavaro già al Mondiale". Sabato l’Estonia, ma teme l’aria pesante per la gara con Israele. È pronto a cambiare pelle all’Italia fra le due partite

Rino, il ct in "trincea"
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Estonia e poi Israele, come un mese fa. La campanella a Coverciano è suonata di martedì, Gattuso ha concesso qualche ora di riposo in più ai 27 azzurri. Nel secondo giro azzurro dopo le vittorie di settembre sembra più a suo agio nel ruolo di Ct: «Pensavo di annoiarmi, che mi mancasse lavorare sul campo tutti i giorni. Invece giro, faccio riunioni, analizziamo i dati. È faticoso, sento la responsabilità e facciamo spendere soldi alla Federazione per vedere i calciatori».

La corsa verso il Mondiale dell'Italia si scriverà nei prossimi sette giorni. Il primo posto è poco più di un miraggio, il secondo che significa playoff passerà dalla gara con Israele del 14, tre giorni prima in casa della Norvegia. E intanto Cannavaro, un altro campione di Berlino, ha già il biglietto per il 2026 grazie al contratto da 4 milioni con l'Uzbekistan. «L'ho chiamato e gli ho detto: che c... che hai. Ti profumi, ti metti il gel e sei già pronto. Io, invece, sono in trincea», così Gattuso.

Parlare di trincea in un periodo così delicato è forse inappropriato, ma il Ct ha ben presente il clima che si respira attorno alla Nazionale per la questione israeliana e pensa già a ciò che accadrà a Udine: «Avrei preferito affrontare una serata così importante per la qualificazione con un'altra atmosfera. Invece ci saranno 5.000 persone dentro allo stadio e 10.000 fuori. Lo capisco, piange il cuore vedere tanti innocenti morire a Gaza. Ma il nostro dovere è andare in campo, non possiamo perdere a tavolino. Spero che i ragazzi si concentrino sull'obiettivo».

Quello realistico sono i playoff di marzo 2026. «Che non sono scontati. Dobbiamo tenere le antenne dritte, stare sul pezzo, annusare il pericolo e affrontare gli impegni con un atteggiamento migliore rispetto a settembre. Pensiamo intanto alla partita con l'Estonia, che nasconde delle insidie ma la squadra sta meglio rispetto a un mese fa». Chiesa non si dice pronto per tornare in azzurro, Politano e Zaccagni sono assenze gravi in attacco e diverso è il valore tecnico dei due avversari. Ecco che vedremo due Italie diverse tatticamente: probabile la difesa a quattro a Tallinn e quella a tre a Udine nella gara che ci può dare la certezza del playoff. «Soluzione che non mi piace ma ora devo mettere da parte l'ego e pensare a ciò che possa aiutare la squadra. Ho chiamato gente che ci darà una mano». Il riferimento è a Cambiaghi, alter ego di Politano, e Spinazzola, in Nazionale dopo due anni: «Lo ringrazio, a 32 anni non è facile rispondere con l'entusiasmo e la voglia che mi ha dimostrato».

Sicuro è l'attacco, avanti con Kean e Retegui, artefici di cinque dei nove gol degli azzurri a settembre: «Sarebbe folle toccare qualcosa che ha funzionato così bene».

E il futuro azzurro potrebbe riguardare anche Ahanor, 17enne nigeriano dell'Atalanta nato ad Aversa, e Tresoldi, attaccante 2004 del Bruges e nell'Under 21 tedesca ma che può essere naturalizzato: «Ne parliamo con Gigi (Buffon, ndr) e con il presidente. Ci stiamo lavorando, sono calciatori interessanti». Prima però c'è da prendere il Mondiale...

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